Cambiano alcune norme per favorire il ricambio generale nelle aziende e andare in pensione 5 anni prima. Ecco di cosa stiamo parlando
La legge di Bilancio 2022 ha apportato numerose modifiche al sistema lavorativo italiano, andando ad agire direttamente sulle tempistiche di pensionamento per quanto riguarda alcuni dipendenti aziendali. La decisione, infatti, è stata quella di aumentare il numero di società che potranno soddisfare i requisiti per accedere al cosiddetto “superscivolo”.
Si tratta di un sistema messo a punto per le aziende che permette loro, tramite il contratto di espansione, di incentivare l’esodo di particolari categorie di lavoratori, favorendo quindi il ricambio generazionale e avere più giovani in azienda. Ecco, quindi, di cosa stiamo parlando.
In pensione 5 anni prima con il contratto di espansione
Il contratto di espansione è uno strumento che permette all’azienda di realizzare piani di esodo dei lavoratori, ma solo appartenenti a specifiche categorie. Possono accedervi, infatti, quei lavoratori che sono a non più di 5 anni dalla pensione, sia anticipata che di vecchiaia.
La misura avuto un considerevole successo nel 2021 e, con la legge di Bilancio 2022, è stata prorogata. Con la nuova manovra, infatti, sono state ampliate le aziende che possono soddisfare i requisiti e, dunque, accedere alla misura.
Prima della proroga al 2022 e 2023, infatti, per accedere alla misura le aziende dovevano rispettare determinati requisiti. Infatti, erano prese in considerazione solo le società con almeno cento dipendenti. Tuttavia, da gennaio 2022, saranno considerate idonee anche quelle aziende con meno di cinquanta lavoratori.
Prosegue dunque il piano per favorire il ricambio generazionale nelle aziende e aggiornare le attività dei dipendenti. Questo avviene con sospensioni di un certo numero di lavoratori (a cui viene garantita la cassa integrazione guadagni straordinari, fino ad un anno e mezzo) e riduzioni orarie.
Inoltre, è possibile anche concordare una conclusione anticipata del rapporto lavorativo, solo però a 5 anni dall’età pensionabile.
Questo vuol dire che il lavoratore avrà diritto a ricevere da parte dell’azienda un’indennità mensile di importo uguale a quello della pensione. Ovviamente si tratta della cifra che il lavoratore ha maturato fino al momento della cessazione del rapporto lavorativo e che, inoltre, riceverà fino al raggiungimento dell’età pensionabile di vecchiaia.
Un discorso che può essere fatto anche per quei lavoratori che hanno usufruito della pensione anticipata a 42 anni, con dieci mesi di contributi.