Un comunicato dell’Ente di Prevideza Sociale conferma che ci saranno delle modifiche alle pensioni per tutto il 2022. Questo è diretta conseguenza della riforma dell’IRPEF e della sua possibile evoluzione futura.
Un’operazione importante da fare quando si riceve la pensione nel mese di Marzo è quella di verificarne l’importo per capire l’aumento legato all’Irpef e alla rivalutazione piena degli assegni previdenziali. Cerchiamo adesso di capire quali potranno essere le differenze sull’importo nelle pensioni a gennaio 2023. Il motivo è che molto probabilmente l’Inps il 1° gennaio procederà ad assegnare un aumento retroattivo degli importi. Come mai? La causa è l’adeguamento che scatterà dal 1° marzo 2022, quindi tra pochi giorni, sul parametro di rivalutazione, che è al ribasso. Quindi con l’inizio del prossimo anno si avrà un ritocco sull’assegno per livellare la cifra che spetta ai pensionati.
Traduciamo l’informazione in numeri. La rivalutazione provvisoria degli assegni era stata fissata dal 1° gennaio all’1,7%. Un dato superiore rispetto a quello preso in considerazione dall’Inps dello scorso autunno (1,6%). Ecco perché l’Istituto ha cambiato gli importi l’1 gennaio basandosi sull’1,6 per cento di riferimento per poi effettuare il conguaglio con il cedolino del 1° marzo. Il dato Istat sull’inflazione nel 2021 la attesta all’1,9%. E dunque c’è uno scarto dello 0,2% tra il tasso provvisorio preso in carico dall’Inps e quello definitivo. La rivalutazione degli assegni sarà effettuata in modo provvisorio per poi essere rivisitata con i successivi conguagli. Il dato finale arriva invece al termine dell’anno con il decreto del Ministero del Tesoro. Per il periodo che ci interessa adesso bisogna aver presente che da gennaio a settembre del 2021 è stato rilevato un tasso all’1,7%. Nell’ultimo trimestre invece l’inflazione è arrivata all’1,9%. Ecco spiegato come mai a gennaio 2023 si procederà al conguaglio.
L’aumento sarà minimo e calibrato sulla fascia di reddito da pensione. Su base annuale si calcola che:
Un piccolo incremento che va sommato a quello scattato quest’anno che, grazie alla rivalutazione piena, ha consegnato ai pensionati tra i 25 e i 70 euro in più su base mensile.
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