Facciamo chiarezza sulla voce del buono carburante che circola su WhatsApp.
I livelli dei prezzi di carburante sono da settimane al rialzo e la tendenza non accenna ad arrestarsi. Così gli autisti di mezzi a motore si sono messi alla costante ricerca della stazione di rifornimento meno cara della propria zona, che va ad esaurire le sue scorte di carburante in breve tempo.
All’interno di questo circolo che si è creato a causa dell’inflazione in aumento e di quanto sta accadendo in Ucraina, si è creata poi una voce che parla della possibilità di ottenere un buono carburante Eni di 100 euro in omaggio.
Il messaggio gira su WhatsApp da qualche giorno, ma riporta una informazione totalmente errata. Non esiste nessun buono carburante. Quando tali informazioni arrivano soprattutto tramite messaggistica è sempre bene andare a controllare le fonti attendibili di riferimento Basta digitare le parole chiave su Google o consultare i siti dei ministeri per capire se c’è stata una reale comunicazione in questo senso. In generale, quando il messaggio sembra “troppo bello per essere vero”, quasi sempre lo è davvero, e si rischia di avere e di condividere disinformazione, quando non addirittura truffe.
Se voi o le persone che avete intorno ricevete un messaggio che recita: “Da Oggi tutte le stazioni ENI regaleranno 10.000 Buoni Benzina da 100€ per protesta contro il governo e la guerra. Qui sotto è spiegato come ricevere il buono prima che finisce“ non andate ad aprire il link sottostante. Il perché è perfettamente spiegato da Bufale.net: aprire il link serve ai truffatori per carpire informazioni sensibili. Il pericolo è quello che i truffatori possano estorcere informazioni private come quelle inerenti alle proprie carte di credito. Eni ha anche sottolineato di non aver mai lanciato una campagna che prevede l’erogazione del buono carburante di 100 euro.
L’emergenza rincaro carburanti, comunque, è arrivata a un punto in cui il ministro Cingolani è intervenuto definendola “una speculazione dei prezzi alla pompa”.
Sospetto che ha anche Andrea Rossetti, presidente di Assopetroli, che spiega come in Italia le società di raffinazione o quelle che importano un prodotto già raffinato di solito applicano una commissione di intermediazione di 8 cent/litro per la rivendita al distributore, pari, quindi, al 5,5% circa della quotazione odierna del gasolio all’indice Platts.
Rossetti lamenta un fatto strano, e cioè che alcune società hanno fatto salire questa commissione nell’ultimo periodo (da quando è iniziata la guerra) arrivando anche all’11% prima delle tasse. Altre l’hanno invece imposta quasi al 19,7% del costo netto del prodotto di base. Per Rossetti tale commissione, se ribassata ai livelli di prima, renderebbe meno cari del 5% i prezzi del carburante alla pompa.
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