Un report elenca i dati utili a capire in che modo le scelte della Russia ricadono su tutti noi.
L’invasione della Russia in Ucraina, iniziata il 24 febbraio, sta dimostrando nel peggiore dei modi in che modo ormai le economie del mondo sono interconnesse.
L’Italia è un paese che dipende dalla Russia per diversi aspetti, su cui fa il punto un report indipendente di Prometeia, una società di consulenza italiana.
Molte materie prime strategiche per i mercati globali dipendono dai fornimenti russi: proprio qui vanno a confluire buona parte delle sanzioni che il paese sta ricevendo. Se Putin persevera nell’invasione che sta compiendo in Ucraina le sanzioni non potranno che aumentare, anche se questo dovesse significare uno shock economico mondiale in caso di esclusione di Mosca dai mercati.
Su una scala percentuale mondiale, la Russia detiene il 17,6% dell’output di petrolio e il 12,6% di gas naturale: gli effetti relativi a queste due risorse li stiamo sperimentando già adesso, così come quelli dovuti all’importazione di grano, per esempio. In quest’ultimo caso sia la Russia che l’Ucraina sono forti produttori della materia prima (tanto che definiamo l’Ucraina “il granaio d’Europa).
Un altro settore chiave di cui dobbiamo tenere sott’occhio è quello delle materie prime legate alla transizione, che renderà prioritarie per i mercati materie prime strategiche molto importanti. Queste materie hanno una fornitura in cui la Russia ha un peso non indifferente.
Anche in caso di immediato riassorbimento degli effetti dell’incertezza legati alla guerra tra Russia e Ucraina “il mero effetto di trascinamento dei formidabili rincari intervenuti finora in alcuni mercati comporterebbe comunque un rialzo di oltre il 27% dell’indice Prometeia-APPIA nel 2022 (ben 14 punti percentuali in più rispetto a quanto ipotizzato in febbraio), che si andrebbe a sommare al notevolissimo incremento (+70% circa) già maturato nel corso del 2021”.
La metallurgia (+4,9% di costi complessivi in filiera) si trova in testa alla classifica dei rincari misurati da Prometeia. La carenza di forniture dalla Russia sta facendo aumentare le criticità anche sui mercati di alluminio, palladio e nickel. Infatti, Mosca fornisce il 38% del palladio al mercato mondiale, molto domandato dalle industrie dell’auto elettrica e delle tecnologie per la sostenibilità.
Inoltre, copre il 6,1% della domanda di alluminio e nickel al mondo. Anche i metalli preziosi utili alla mobilità elettrica potranno essere sorvegliati speciali, come l’argento, di cui la Russia detiene il 5,4% delle riserve mondiali di argento, oltre che il 10,6% della produzione del platino, un’altra delle risorse che si trova ad essere tra le materie prime “preziose” più strategiche. Tutti mercati che, finché la situazione rimarrà grave come lo è attualmente, daranno una battuta d’arresto importante alla transizione energetica.
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