Continuano le scene di pre-guerra nei supermercati con scaffali vuoti e prezzi impazziti. Ecco cosa ci attende davvero
La situazione socioeconomica che stiamo vivendo continua ad essere molto difficile. Il caro bollette e l’invasione russa in Ucraina ha portato ad un aumento dei costi dell’energia e, come reazione alla paura di una guerra imminente, a scene di disagio nei negozi.
Nei telegiornali, ma anche in situazioni di vita reale, abbiamo assistito a scene di ordinaria follia che si sono consumate sistematicamente nei nostri negozi. In molti dei supermercati italiani, infatti, continua il periodo all’insegna di prezzi impazziti e scaffali vuoti: ecco cosa ci attende davvero.
L’invasione russa in Ucraina ha causato uno dei comportamenti istintivi che emergono nell’essere umano in gran parte delle emergenze: correre a fare scorta nei negozi. Da un paio di settimane, infatti, lo scenario è sempre lo stesso: prezzi impazziti e scaffali vuoti nei supermercati.
Inoltre, la situazione non sembra affatto migliorare a causa del caro bollette che attanaglia il nostro Paese da tempo. I prezzi delle materie prime, inoltre, non aumentavano come non accadeva da quasi 50 anni. Si è infatti registrato un +8,6%, una crescita che non si vedeva dal 1974.
La guerra in Ucraina voluta da Putin ha aggravato ancora di più questo difficile processo. Il conflitto sta arrecando molte difficoltà anche a numerose navi mercantili che, a causa degli scontri, stanno girando “scariche” per non incorrere nelle sanzioni economiche.
Ma le scene di guerra viste in tv, e la minaccia nucleare scelleratamente lanciata dal dittatore russo, non fanno altro che risvegliare istinti nelle persone che cercano di prepararsi al peggio. Ciò comporta un vero e proprio assalto ai supermercati, letteralmente svuotati di prodotti dai consumatori spaventati.
L’aumento della domanda e il crescere dei costi energetici e di approvvigionamento porteranno allo stop di molte attività di produzione. Ciò si rifletterà nella carenza di prodotti, che probabilmente aumenterà nelle settimane a venire, anche a causa delle proteste degli autotrasportatori che devono affrontare il problema dei prezzi del carburante.
Si prospetta dunque un a doppia cifra, accentuato da un euro piuttosto debole, scambiato sotto 1,11 con il dollaro e 1,02tasso d’inflazione contro il franco svizzero. La richiesta dei consumatori è l’aumento dei salari per affrontare la crescita del costo della vita e il conseguente abbattimento del potere d’acquisto. Tuttavia, non sembra che la situazione andrà in questo senso e i mesi a venire potrebbero essere piuttosto difficili.
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