Riforma del Catasto, così il Governo vuole tassare 1,2 milioni di case

C’é ancora scontro in Parlamento per la proposta della riforma del Catasto del Governo Draghi. Forti voci di dissenso si alzano da destra e la pazienza di Draghi stesso va verso l’esaurimento.

 

La riforma del Catasto è un passaggio estremamente importante del PNRR, il piano di riforme richiesto dall’Europa per far si che l’Italia ottenga i fondi europei per il 2026. La proposta della conversione delle misurazioni catastali degli immobili in metri quadri invece che per il numero di vani porterebbe a una maggiorazione degli importi delle tasse statali su base catastali, in primis IMU e TARI. La manovra permetterebbe, altresì, una facilitazione delle operazioni di calcolo, ma in Parlamento ci sono ancora proteste e Mario Draghi sta rapidamente esaurendo la pazienza.

L’idea di un nuovo aumento delle tasse, in un periodo in cui gli italiani devono già affrontare diverse spese in aumento, non fa piacere a tutto il blocco di centro-destra. La coalizione formata da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega si oppone fermamente alla riforma, impedendole di ottenere l’approvazione in Parlamento. A favore della riforma del catasto sono invece le forze di centro e centro-sinistra: Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Draghi, che più di tutti vuole portare a casa l’approvazione della riforma, spiega che si tratta di una misura tecnica, che permetterebbe una mappatura e aggiornamento di estimi vecchi di ormai trent’anni, per adeguarli ai prezzi di mercato attuali. Anche mettendo che la riforma venisse approvata adesso, la sua vera e propria attuazione non si vedrebbe prima del 2026, per i tempi tecnici di adeguamento e messa in opera degli aggiornamenti.

Tutto questo però non ha fermato le voci di dissenso. Il pericolo di un aumento delle tasse spaventa le forze di centro-destra, che si oppongono alla riforma a meno che non sia garantito che questa non porterà alcun aumento sugli importi di IMU e TARI. Lo stallo è talmente complesso da sbloccare che Mario Draghi è arrivato a minacciare le dimissioni, e le conseguenti elezioni anticipate nel pieno della Guerra in Ucraina, se la riforma non verrà approvata al più presto. La situazione non sembra destinata a rimanere sotto pressione fino ad esplodere. La riforma del catasto porterà inevitabilmente ad un aumento delle tasse, soprattutto per gli immobili in città, e questo non può essere cambiato senza rivedere da capo l’intera riforma e renderla meno efficace nel campo laddove vorrebbe intervenire.

Gestione cookie