Problemi nell’interpretazione delle regole dell’IMU. La direttiva del Mef contrasta con l’interpretazione della Corte di Cassazione, portando a una diatriba sul pagamento dell’IMU per le coppie separate.
Si tratterebbe di un problema di diverse interpretazioni quello che ha dato il via ad un piccolo inghippo nel pagamento dell’IMU. Secondo una circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanza, se due coniugi separati abitano in due comuni diversi, entrambi sarebbero esenti dal pagamento della tassa sulla prima casa. Questo va però in contrasto con l’interpretazione data dalla Corte di Cassazione che porta invece al risultato esattamente opposto: nessuno dei due coniugi sarebbe in questo modo esente dal pagamento dell’IMU. Il Decreto Legge 146/2021 mette pace a questo problema decidendo che l’esenzione dal pagamento dell’IMU sarò sull’immobile scelto dal nucleo familiare stesso.
Un secondo problema, una volta risolta la prima diatriba, sta nella mancanza di retroattività della legge. Se da questo momento in avanti sarà possibile seguire una legge precisa sulla questione del pagamento dell’IMU per le coppie separate, per quanto riguarda le questioni arretrate il discorso è diverso. La Corte di Cassazione deve riunirsi per deliberare in merito il 23 marzo 2022, ma sembra che le possibili uscite dallo stallo siano due. In un primo caso la Corte di Cassazione non permetterebbe a nessuna delle due abitazioni di ottenere l’esenzione, in concordanza con la sua posizione originale. In un secondo coso, potrebbe essere deciso di applicare la nuova legge, permettendo al nucleo familiare di decidere su quale delle due abitazioni non pagare l’IMU. Questa seconda opzione sembra ad oggi la più probabile, visto che si andrebbe ad giustificare con alcune precedenti sentenza della Cassazione stessa.
Per le coppie che si separano da ora in poi la situazione non sarà particolarmente complicata. La nuova legge sull’esenzione dell’IMU sulla prima casa da modo di decidere autonomamente quale delle due abitazione potrà godere dell’esenzione. Il nodo principale della questione è di natura tecnica e legata alla legge che tutelava l’ormai superata ICI. Nella legge si fa riferimento alla “dimora abituale“, che ha una definizione diversa dalla “prima casa” indicata sul testo della legge sull’IMU. La Corte di Cassazione dovrà sciogliere questo nodo il prima possibile per poter permettere alle molte diatribe partite per questa incongruenza di interpretazioni di chiudersi.
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