Tutti i casi in cui ci saranno aumenti delle pensioni per via degli arretrati.
I pagamenti delle pensioni avvengono quando l’Inps calcola il valore dell’assegno finale in seguito alle domande che riceve dai lavoratori.
Una volta pagate, queste ogni anno subiscono una rivalutazione automatica, secondo indici precisi stabiliti ogni anno dal Ministero dell’Economia, e talvolta conguagli annuali. Non è frequente veder pagare arretrati sugli assegni pensionistici, ma può accadere nei casi che andremo a dettagliare.
Il primo caso per cui è previsto il pagamento degli arretrati è quello relativo alla mancata piena rivalutazione pensionistica a partire dal 1° gennaio 2022. La rivalutazione delle pensioni 2022 sarebbe dovuta avvenire sull’indice fissato dal Mef (Ministero dell’Economia) dell’1,7% ma quelle di gennaio e febbraio 2022 sono state calcolate sul vecchio indice all’1,6%, che era ancora in vigore a ottobre scorso, quando sono stati disposti gli importi degli assegni, come ha spiegato l’INPS.
Dunque, l’importo delle pensioni di gennaio e febbraio 2022 è risultato più basso ma da marzo il calcolo della rivalutazione automatica delle stesse avverrà sull’indice più alto fissato dal Mef e tutti i pensionati che a gennaio e febbraio hanno ricevuto meno avranno gli arretrati dovuti.
Da quest’anno la rivalutazione delle pensioni avviene su tre fasce:
Il trattamento minimo di riferimento dal 1° gennaio 2022 è di 523,83 euro.
Un altro motivo per cui partono gli arretrati alle pensioni è dato dai rinnovi dei contratti Ccnl. In questo caso gli arretrati spettano solo a coloro che sono andati in pensione ma erano assunti con tipologie contrattuali rinnovate di recente. Sono dunque aumenti contrattuali retroattivi che contribuiscono anche ad aumentare le pensioni dei lavoratori interessati ma ormai in pensione.
Anche i militari di Esercito, Marina, Aeronautica, ed equiparati, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza si preparano a ricevere gli arretati per effetto dell’applicazione del coefficiente di rendita pensionistica al 2,44% per ogni anno utile e non più del 2,33% precedentemente in vigore per le pensioni di militari e figure equiparate con anzianità contributiva minore di 15 anni al 31 dicembre 1995.
Queste persone non devono nemmeno presentare domanda: il ricalcolo con la nuova aliquota per i militari avviene d’ufficio.
Francesca Staropoli
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