Aumentano le spese degli italiani e l’intervento del governo potrebbe mettere influire negativamente su bollette e pensioni. Ecco cosa succede
L’allarme bollette non è assolutamente rientrato e, nonostante l’intervento del governo, non ci sono buone notizie per i contribuenti italiani. Il caro bollette sta incidendo pesantemente sulla vita dei cittadini e delle aziende, e gli aiuti economici potrebbero non bastare.
Le spese degli italiani, infatti, sono vertiginosamente aumentate e l’intervento del governo con il decreto Sostengni-ter potrebbe paradossalmente peggiorare le cose. A rischio il taglio dell’Irpef e le riforma delle pensioni: ecco cosa potrebbe accadere a breve.
Il caro bollette ha avuto un effetto devastante sulla vita economico-finanziaria degli italiani e di numerosissime aziende. Una situazione che ha costretto l’esecutivo ad intervenire velocemente per fornire un aiuto e ammortizzare l’impatto economico su famiglie e imprese.
Dunque, il governo ha deciso di destinare ingenti risorse per contrastare l’effetto del caro-bollette, emanando i decreti Sostegni-ter e caro-bollette. Tuttavia, sono risorse che potrebbero esse tolte a due importanti riforme: quella del taglio dell’Irpef e la tanto attesa riforma delle pensioni.
I soldi che il governo ha stanziato per far fronte al caro bollette potrebbero indirettamente “congelare” parte delle risorse. Il tutto, in attesa dell’approvazione del Documento di economia e finanza che potrebbe arrivare, però, solo ad aprile.
Si tratta di un tesoretto nelle casse dello Stato di circa 106 miliardi, tuttavia, la Banca d’Italia ne ha calcolati solo 96. Inoltre, a questi andranno tolte le risorse dedicate, appunto, al decreto caro-bollette e Sostegni-ter: un importo di circa 11,5 miliardi di euro. Una situazione che potrebbe bloccare, o quantomeno rallentare, le importanti riforme del taglio dell’Irpef e delle pensioni.
Per quanto riguarda l’Irpef, c’è stato una rimodulazione degli scaglioni, portati da cinque a quattro. Tuttavia, il governo era intenzionato a portare le aliquote a 3 (23%, 33% e 43%). Ipotesi che, a causa del caro-bollette, potrebbe restare tale.
Sul fronte della riforma pensioni, invece, non sembra esserci una svolta positiva imminente. Un incontro risolutivo tra sindacati e governo è previsto a giorni, mentre si aspetta di capire se si potrà davvero andare in pensione a 64 anni.
Nonostante le trattative tra le parti sociali e l’esecutivo vadano avanti, non fa ben sperare l’erosione delle risorse causate dal caro-bollette e dal Sostegni-ter. Una situazione che potrebbe quindi mettere in pericolo le riforme previste per il 2022.
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