Anche dopo una vita di lavoro ci potrebbe essere il rischio di pignoramento della pensione. Ecco perché potresti subirlo
Dopo anni di lavoro e contributi versati è assolutamente legittimo ritirarsi dal mondo lavorativo e godersi la meritata pensione. Tuttavia, non tutti sono a conoscenza del fatto che, anche dopo una vita di lavoro, ci potrebbe essere il rischio di pignoramento della pensione.
Si tratta di una possibilità che viene adottata in casi specifici; tuttavia, è importantissimo non abbassare la guardia e fare attenzione. In questo articolo, infatti, ti spieghiamo quando ci sono le condizioni di un pignoramento della pensione e come evitarlo.
Il pignoramento della pensione consiste nella trattenuta dell’assegno pensionistico (o di una sua percentuale) da parte di un creditore. Questo avviene quando un avente diritto alla pensione si fa carico di debiti che, successivamente, non riesce a saldare.
Il pignoramento della pensione, dunque, è un diritto che spetta al creditore che, quindi, può far valere le sue ragioni sul patrimonio dei debitori. Nel caso in cui, infatti, un debitore non rispetti i patti presi con il proprio creditore, si può ricorrere a questa estrema ratio.
Dunque, nel caso in cui un debitore possegga un’entrata economica, il creditore può legittimamente “attingere” da queste entrate. Nel caso della pensione, quindi, il creditore può rivolgersi all’INPS e chiedere di ottenere il denaro che gli spetta, attingendo dalla pensione del debitore.
Tuttavia, la legge prevede che, anche nel caso di un pignoramento della pensione, l’ex lavoratore (e debitore) riceva comunque un assegno minimo. Inoltre, ci sono alcune tipologie di pensioni che non possono essere “aggredite” dai creditori aventi diritto.
Per comprendere quali sono le pensioni che possono registrare un loro pignoramento, è utile conoscere la differenza tra pensioni previdenziali e assistenziali. Le pensioni previdenziali sono quegli assegni versati mensilmente una volta raggiunti i requisiti. Per quanto riguarda le pensioni assistenziali, queste sono importi erogati per persone in difficoltà.
Dunque, i creditori possono avvalersi solamente del pignoramento delle pensioni previdenziali, e non di quelle assistenziali. Tuttavia, anche nel primo caso sono previsti dei limiti imposti dalla legge.
Non è possibile, infatti, pignorare la pensione per un importo pari a 1,5 volte l’assegno sociale previsto per il 2022. In questo caso, infatti, l’assegno sociale ammonta a 468,10€, dunque la soglia di pensione non pignorabile è di 702,15€.
Inoltre, può essere pignorato solo 1/5 della restante parte di pensione. Questo vuol dire che, per ottenere la cifra del pignoramento, servirà sottrarre dalla pensione i 702,15€ di cui sopra e, successivamente, calcolarne il 20%.
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