Pensioni, Draghi prepara la svolta. E le notizie non sono buone

In questi giorni il governo Draghi sta lavorando alla riforma delle pensioni, la quale però non agevolerà troppo alcune condizioni di pensionamento. Ecco cosa dovranno aspettarsi i lavoratori.

Pensioni, Draghi prepara la svolta. E le notizie non sono buone
Perché la riforma delle pensioni non introdurrà novità troppo favorevoli ai lavoratori.

Il lavoro alla riforma delle pensioni dell’esecutivo Draghi è già passato sotto la lente dei sindacati che hanno mosso critiche riguardo a una condizione su cui il governo ha espresso rigidità. Parliamo della tanto attesa flessibilità in uscita a partire dal prossimo anno, quando si prevedeva di superare la legge Fornero permettendo ai lavoratori di ritirarsi dal lavoro prima dei 67 anni. E non solo: sarebbe previsto anche il superamento delle rigidità di misure di pensionamento anticipato come Quota 102.

I sindacati hanno riconosciuto e apprezzato l’apertura da parte del governo su alcune questioni, ma è proprio la mancanza di dialogo sulla flessibilità in uscita a preoccupare Cgil, Cisl e Uil.

Il governo non vorrebbe impedire questa condizione, tuttavia sull’altro piatto della bilancia c’è la sostenibilità finanziaria per le casse dello Stato italiano nel medio e nel lungo termine. Quello che Draghi ha intenzione di fare è di costruire le condizioni per il pensionamento anticipato all’interno di una riforma strutturale della previdenza pubblica che risulti sostenibile per tutte le parti (lavoratori e Stato).

Pensioni, le condizioni della riforma

L’esecutivo ha dunque proposto comunque, a partire dal prossimo anno, la flessibilità in uscita ai lavoratori, ma solo considerando il ricalcolo delle pensioni con il contributivo. Ciò implica assegni INPS più bassi, talvolta anche in misura considerevole, rispetto al lavoratore che sceglie invece di ritirarsi alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione INPS di vecchiaia.

Pensioni, Draghi prepara la svolta. E le notizie non sono buone

Ciò che preoccupa i sindacati di questa condizione imposta è che permettere l’uscita anticipata con il ricalcolo contributivo diventi un’alternativa troppo penalizzante per i lavoratori. Si attendono dunque eventuali proposte in grado di migliorare le ipotesi studiate fino ad ora.

Francesca Staropoli

 

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