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Pagamenti in contanti, la tregua durerà poco

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Francesca Staropoli

La nuova modifica al limite per pagamenti in contanti votata all’esame del dl Milleproroghe non durerà molto. 

Il nuovo limite ai pagamenti in contanti non avrà lunga durata.

La questione del limite ai pagamenti in contanti sta rivelando i malumori e gli strappi all’interno dell’esecutivo, che si è trovato in minoranza di voti su più questioni. La prima, per l’appunto, relativa ai limiti ai pagamenti in contanti, ma anche su ex Ilva e scuola ci sono evidenti disaccordi.

L’emendamento sulla questione limite ai contanti è stato votato in modo compatto in commissione Bilancio alla Camera da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, con la volontà di alzare nuovamente il limite per pagare in contanti a 2.000 euro contro il parere contrario del governo. L’emendamento ha avuto approvazione con lo scarti di un solo voto: per il resto del 2022 si potrà continuare ad effettuare pagamenti in contanti fino a 1.999,99 euro.

La questione del limite ai pagamenti in contanti ha una storia che inizia dal decreto “Salva Italia” del 2011, quando il governo Monti fissò il limite dei 1.000 euro per i pagamenti in contanti. Anni dopo, il governo Renzi alzò il tetto a 3.000 euro. Durante Conte I, Matteo Salvini chiese l’abrogazione di ogni limite senza però venire ascoltato, mentre il Conte-bis avrebbe voluto abbassarlo nuovamente. A causa della pandemia il passaggio fu graduale, con l’abbassamento del tetto a 2.000 euro dall’1 luglio 2020 e fino ad ora a 1.000 euro dall’1 gennaio 2022.

Pagamenti in contanti, il nuovo cambiamento

Adesso, con la modifica intervenuta in Parlamento si torna al limite precedente: in queste prime sei settimane dell’anno i pagamenti in contanti sono stati possibili fino a 999,99 euro, mentre da adesso in avanti e fino al resto del 2022 torneranno ad essere legali fino a 1.999,99 euro. L’abbassamento del tetto è stato rinviato, infatti, di un anno, scattando dal 1° gennaio 2023.

L’ennesima modifica a una questione molto seria, in quanto i pagamenti in contanti non sono un dettaglio tecnico, ma fanno da spartiacque tra chi ritiene che bisogna tracciare i passaggi di denaro per aiutare la lotta all’evasione fiscale e chi difende la libertà del cittadino di scegliere il metodo con cui regolare gli scambi.

Francesca Staropoli

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