La possibilità di andare in pensione prima dei 67 anni previsti dalla Legge Fornero è ancora motivo di dibattito tra Governo e sindacati. Mentre continua la discussione, ecco le proposte attualmente sul tavolo.
Dopo le riforme pensate per il 2022 si credeva che il capitolo pensioni fosse chiuso almeno per un po’. In realtà niente è stato realmente risolto, ma solo rimandato a un altro momento, visto che già nel 2023 è prevista una nuova grande riforma del sistema pensionistico per cui il Governo e i sindacati stanno già accesamente discutendo tra le sale dei palazzi istituzionali. La questione va avanti da diverso tempo. Dopo il fallimentare esperimento di Quota 100, l’obbiettivo del Governo è creare un sistema pensionistico che non pesi eccessivamente sulle casse dello Stato, mentre i sindacati vorrebbero permettere ai lavoratori di andare in pensione all’età di 62/63 anni invece che i 67 come previsto dall’attuale Legge.
Considerando che l’età per il pensionamento di vecchiaia è destinata ad aumentare nel prossimo futuro, un compromesso tra le parti su un nuovo sistema che accontenti tutti sembra l’unico modo per uscirne, ma questo fatica ad arrivare. Un sistema pensionistico che permetta di anticipare la pensione, soprattutto considerando l’attuale stato del mercato del lavoro in Italia, è troppo dispendioso per lo Stato. Su questo punto continua a premere Draghi nel suo braccio di ferro con i sindacati per la questione. In particolare sembra completamente infattibile la proposta dei sindacati di permettere il pensionamento anticipato al completamento dei 41 anni di contributi a prescidere dall’età anagrafica, già più volte bocciato dai dirigenti dell’INPS.
L’unica alternativa per permettere ai lavoratori di andare in pensione in anticipo sembra essere quella di abbassare gli assegni pensionistici. In questo modo si rimarrebbe all’interno dei paletti di fattibilità richiesti da Draghi. Un sacrificio in favore di una maggiore flessibilità del sistema delle pensioni. Sul tavolo ci sono diverse proposte. La commissione del Ministero del Lavoro ha proposto una riduzione del 3% dell’importo dell’assegno pensionistico per ogni anno di anticipo dall’età per il pensionamento di vecchiaia. C’è ancora la possiblità di estendere Opzione Donna, trasformandola in una forma di pensionamento anticipato utilizzabile da tutti (“Opzione Tutti”). Queste sono le proposte messe in campo fino a questo momento. Il dibattito è ancora in corso e ognuna di queste proposte presenta delle criticità che dovranno essere discusse.