Il governo sta lavorando alla riforma delle pensioni. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi con l’esecutivo hanno messo sul tavolo un’ipotesi su cui c’è discussione.
Non solo Quota 102. L’esecutivo, al lavoro sulla riforma delle pensioni, nell’arco del confronto con i sindacati ha presentato una nuova proposta di legge modifica l’età ordinaria di pensionamento, fissata a 67 anni secondo la legge Fornero.
In particolare, secondo la proposta messa sul tavolo da Mario Draghi ci sarebbe un’anticipo della possibile età pensionabile che così scenderebbe dai 67 ai 64 anni. Questo anticipo si può però verificare solo a condizione che chi sceglie questa opzione si vedrà riconoscere solo la parte contributiva maturata fino a quel momento, e iniziare a vedersi riconosciuta quella retributiva arrivati i 67 anni.
La prossima settimana è previsto un tavolo politico anche con i ministri Franco e Orlando, intanto però il confronto con i sindacati non ha fatto risparmiare i primi commenti da parte di questi ultimi, che rifiutano all’unisono un taglio del 30%.
I punti su cui il governo si è detto disponibile al dialogo per la revisione dei coefficienti di trasformazione e per la possibilità di ridurre la soglia di 2,8 volte l’assegno minimo per chi è interamente nel sistema contributivo e sceglie il pensionamento a 64 anni. Tuttavia, non è prevista apertura nei confronti della richiesta di Cgil, Cisl e UIL di poter ottenere la pensione senza vincoli di età una volta raggiunti i 41 anni di contributi, in ogni caso.
“La flessibilità è un elemento rispetto al quale il Governo ha dichiarato di essere intenzionato a dare delle risposte. Attendiamo di conoscerne il merito” ha dichiarato il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli all’uscita dal tavolo di confronto con l’esecutivo. E aggiunge: “Secondo il quadro che è stato presentato, la flessibilità che viene ipotizzata comprende anche una tutela ulteriore per le categorie più deboli come disoccupati, gravosi, invalidi e coloro che assistono un familiare con handicap, punto su cui il Governo si è impegnato ad effettuare delle verifiche tecniche”.
La Cisl è invece contraria al ricalcolo. Secondo il suo segretario confederale Ignazio Ganga, infatti, “lo scambio non può essere quello del ricalcolo contributivo. Se c’è una traiettoria comune bisogna vedere come ci si arriva”. E anche secondo il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, il fatto che il Governo abbia riconosciuto la necessità di introdurre una maggiore flessibilità nell’età di accesso alla pensione è importante, ma allo stesso tempo ritiene errata l’idea di legare questa flessibilità al ricalcolo contributivo, perché questo penalizza comunque i lavoratori.
Francesca Staropoli
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