In pensione a 64 anni, che prezzo devi pagare

In pensione a 64 anni: con il taglio dell’assegno ed ipotesi riforma. Potrebbe esserci un punto di incontro tra i sindacati ed il governo.

In pensione a 64 anni, quello che c'è da sapere
In pensione a 64 anni, quello che c’è da sapere – missionerisparmio.it

Il tempo stringe per l’attesissima riforma pensioni. La prossima settimana si attende l’incontro decisivo tra i due ministri Orlando e Franco per trovare un vero punto di contro, appunto, tra il governo ed i sindacati. Con la nuova proposta si prevede di utilizzare solo il metodo contributivo, in modo tale da evitare di gravare sullo Stato per mandare in pensione i lavoratori all’età di 67 anni.

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Ovviamente la misura non piace a tutti, anzi per Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, si tratta di qualcosa di inaccettabile soprattuto se con l’Opzione Donna ci potrà essere un taglio dell’assegno pensionistico del 30%. Non si riesce ancora a trovare una vera e propria intesa. Uno spiraglio positivo, in tal senso, può essere rappresentato dall’ipotesi lanciata dall’economista e membro della commissione tecnica del Ministero del Lavoro, Michele Reitano.

In pensione a 64 anni: l’ipotesi di Reitano

In pensione a 64 anni, quello che c'è da sapere
L’ipotesi Reitano prende piede_20220216_missionerisparmio.it

L’ipotesi di Michele Reitano cerca di tutelare maggiormente le categorie dei lavoratori più fragili e vuole trovare un modo per separare l’assistenza dalla previdenza. L’idea è quella di promuovere l’allontanamento dal mondo del lavoro a partire dall’età di 64 anni di cui 20 anni di contributi. Richiedendo la pensione anticipata, per ogni anno d’anticipo rispetto al raggiungimento dell’età di vecchiaia verrebbe applicato un taglio del 3% dell’assegno per la quota retributiva. Comunque al governo Draghi preme semplicemente che le pensioni superino l’assegno sociale, senza risultare troppo basse.

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La questione si complica perchè per i sindacati. In primis vorrebbero che si andasse in pensione con 41 anni di contribuiti. A loro avviso, inoltre, bisognerebbe rientrare nel sistema misto, che prevede sia il retributivo che il contributivo. Come sottolinea il Centro di Ricerche Itinerari Previdenziali, si sta lavorando affinché il 90% delle persone andranno in pensione con il calcolo misto. Sull’assegno, la parte retributiva peserà solo del 30%. In questo modo ci potrebbe essere un sì da parte dell’Europa.

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Se l’ipotesi di Reitano risulterebbe la preferita ecco che automaticamente l’ipotesi dei sindacati verrebbe bocciata dal governo. L’unica cosa certa, al momento, è che se tutto dovesse risultare così com’è attualmente, quando la Quota 102 scadrà a fine 2022 tornerebbe in vigore la Legge Fornero che prevede l’uscita dal mondo del lavoro a 67 anni di età.

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