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Confisca della casa, cosa succede se l’intestiamo a nostro figlio

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Riccardo Magliano

Cedere un proprio bene oggetto di pignoramento per evitare di perderlo è un gesto, oltre che vile, anche inutile. Il Fisco può annullare l’atto di cessione se questo è finalizzato a evitare il pignoramento del bene.

Pensiamo a un momento di disperazione in cui una persona ha debiti incombenti, tanto da portare il creditore a utilizzare con successo lo strumento del pignoramento dei beni. In queste condizioni il debitore potrebbe individuare una via d’uscita semplice: per non perdere al propria casa la dona a qualcun altro. Magari un fratello o un figlio. Questo escamotage è stato utilizzato in passato e la legislazione si è armata per evitarlo. Per il creditore è infatti possibile esercitare una revocatoria dell’atto di donazione se questo è stato fatto specificatamente per evitare il pignoramento del bene donato.

A fare chiarezza sulla questione è la Corte di Cassazione, che mette in chiaro come non sia possibile pignorare un bene intestato a un parente del debitore. Tuttavia, nel caso in cui il debitore abbia intestato il bene a un parente o a qualcun altro con lo scopo preciso di evitare il pignoramento, il creditore ha un tempo massimo di 5 anni dalla donazione per esercitare un’azione revocatoria. In questo modo l’atto di donazione viene reso inefficace e si può procedere al pignoramento del bene. Perché la revocatoria sia valida, tuttavia, si devono considerare dei requisiti:

  • Al momento della donazione dell’immobile, il debitore deve essere rimasto senza altri beni o comunque con beni non facilmente pignorabili;
  • Il debito per il quale il creditore intende agire deve essere nato prima della donazione;
  • L’atto processuale deve essere notificato al debitore entro 5 anni dalla trascrizione della donazione sui registri pubblici immobiliari.

Se il creditore è il Fisco, quindi la donazione del bene viene fatta per non pagare cartelle esattoriali, la legge prevede il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Il creditore rischia quindi una denuncia, ma il reato scatta solo se il debito è superiore a 50.000 euro per un singolo periodo di imposta. Se questa condizione non viene soddisfatta, il Fisco non può denunciare il contribuente debitore, ma è comunque possibile procedere con la revocatoria esattamente come un soggetto privato.

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