Quanto mettiamo a rischio le nostre finanze nel momento in cui forniamo il nostro codice IBAN per ricevere un pagamento? E quali coordinate lo mettono più a rischio?
Con il codice IBAN, che identifica in modo univoco un conto corrente e la persona a cui è intestato, oggi possiamo svolgere molte operazioni bancarie senza il bisogno di recarsi allo sportello: pensiamo ai servizi di home banking, per i quali ormai ci serve conoscere solamente l’IBAN del beneficiario.
Tramite questo codice possiamo infatti effettuare bonifici destinati sia a conti aperti in Italia che all’estero inserendo semplicemente le coordinate richieste e alla causale del versamento.
Allo stesso tempo, l’IBAN, che ormai non è solo più collegato a conti correnti ma anche a carte di credito o prepagate, permette anche di ricevere bonifici: basti pensare alla comodità di vedersi accreditato lo stipendio o la pensione senza doversi recare fisicamente allo sportello.
Inoltre, anche le utenze possono avere domiciliazione bancaria grazie all’IBAN. Nel fare tutte queste operazioni dobbiamo comunicare o solamente l’IBAN o, se siamo beneficiari di bonifico, anche il nostro nome e cognome. Potremmo dunque temere di subire truffe, considerando che nel codice, le ultime dodici cifre identificano il numero del nostro conto.
Codice IBAN, quanto si rischia di venire truffati
Tendenzialmente il rischio di subire truffe dopo aver fornito il proprio IBAN è basso: ricordiamoci infatti che non è possibile effettuare prelievi non autorizzati a carico dell’intestatario del conto e dunque addebitare spese perché l’IBAN serve per inviare pagamenti o per beneficiare di un accredito.
Rischio di truffa conoscendo solo l’IBAN dell’intestatario: basso
Questo caso capita quando, per esempio, effettuiamo la domiciliazione bancaria delle utenze e quindi diamo l’autorizzazione all’ente erogatore del servizio di prelevare soldi dal nostro conto. Questo avviene previa fornitura del codice IBAN e autorizzazione per iscritto al proprio istituto di credito. Il truffatore dovrebbe quindi falsificare anche la firma.
Vale lo stesso per l’home banking: il truffatore dovrebbe conoscere anche le nostre credenziali di accesso all’area riservata dell’utente (dunque il suo username e la sua password).
Rischio di truffa conoscendo IBAN e nominativo dell’intestatario: basso
Un discorso simile vale anche nel caso in cui sia necessario fornire il nostro nome e cognome oltre all’IBAN nel momento in cui dobbiamo ricevere un bonifico.
I malintenzionati dovrebbero apporre una firma falsa per far avvenire un’operazione bancaria all’oscuro dell’intestatario del conto, ma solitamente questo tipo di operazioni illecite sono di facile smascheramento e quindi bloccate tempestivamente.
In definitiva, il rischio maggiore è online e deriva dall’hackeraggio del computer, per questo la migliore cosa da fare è avere password di accesso quanto più possibile diverse per i vari servizi a cui accediamo online, oltre che dotarsi di un buon firewall.
Francesca Staropoli