Anziani morti per Covid, così l’INPS ci ha guadagnato

Martedì 15 febbraio in Senato è stato presentato il nono rapporto di Itinerari Previdenziali, che ha snocciolato dati su anziani e spesa pensionistica.

Anziani morti per Covid, così l'INPS ci ha guadagnato
I dati su anziani e spesa pensionistica presentati in Senato.

Il centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali ha presentato in Senato il nono rapporto sul sistema pensionistico italiano. Lampante il dato relativo agli assegni pensionistici nel 2020. A causa della Covid, infatti, si è registrato un forte risparmio su di essi per l’INPS.

Il risparmio ammonta a un miliardo di euro, ma oltre il dato c’è un trend che si prevede essere attivo per il prossimo decennio, durante il quale il risparmio potrebbe giungere anche a 12 miliardi di euro. Con la pandemia si registra un calo del rapporto attivi/pensionati per la prima volta in 20 anni, che adesso è a quota 1,42. Tuttavia le previsioni sulla tenuta del sistema non sono preoccupanti, si pensa che già nel breve periodo il dato potrà migliorare.

Anziani, pensioni ed effetto Covid

A causa della pandemia, infatti, nel 2020 l’eccesso di mortalità ha riguardato over 65 per il 96,3%,fascia d’età che comprende per la maggior parte persone in pensione che percepivano mediamente 1,17 pensioni tra invalidità, vecchiaia e superstite.

Secondo il report, nel 2020 è inoltre aumentato il numero di pensionati, giunti 16.041.202; il tasso di occupazione è invece diminuito dal 59,1% (2019) al 58,1% (2020), quando le persone attive sono state circa 537mila in meno.

La spesa per le misure a supporto di lavoratori e famiglie nel 2020 si aggira intorno ai 42 miliardi di euro, di cui 16,7 per la Naspi e 17,5 per le varie forme della Cig.

Anziani morti per Covid, così l'INPS ci ha guadagnato

Se quindi l’accento del problema non si pone sulla previdenza in senso stretto, esso cade invece sul sistema assistenziale inteso a livello strutturale. Alberto Brambilla, presidente del centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, ha infatti dichiarato che “sarebbe semmai preferibile una politica attiva basata anche sul credito d’imposta, che premia i lavoratori e le imprese dinamiche” invece di puntare sulle sole agevolazioni che vedono spegnere i gli incrementi di occupazione al termine temporale delle stesse.

Francesca Staropoli

Gestione cookie