Nelle linee guida emanate dall’INPS per l’ottenimento dell’assegno mensile di invalidità rientrano anche alcuni casi di malattie cardiovascolari. Eccoli nel dettaglio
Con l’inizio del 2022 sono stati presentati i nuovi importi e i limiti di reddito massimi per quanto riguarda l’assegno di invalidità civile ottenibile dall’INPS.
Tale assegno può essere richiesto anche da chi soffre di malattie cardiovascolari, patologie che in Italia rappresentano ancora la prima causa di morte. Sono malattie che affliggono, minando i ritmi di vita e le attività quotidiane, moltissime persone in età lavorativa.
Le linee guida dell’INPS per il 2022 hanno dunque previsto la possibilità anche per chi soffre in particolare di ipertensione arteriosa di presentare domanda per ottenere questa agevolazione economica. Le percentuali di riduzione di capacità lavorativa abbracciano la totalità delle fattispecie, dallo 0% al 100%.
Chi soffre di questa patologia, infatti, in periodi stress dovuti al carico di lavoro o per la natura stessa della mansione a cui si dedica, corre il rischio di mandare in sovraccarico l’attività cardiaca. Questo problema può portare a conseguenze che possono compromettere seriamente la salute del soggetto, come aneurismi, insufficienza cardiaca, infarto, o anche a condizioni croniche come la malattia renale cronica.
Le linee guida generali dell’INPS per richiedere l’assegno d’invalidità civile prevedono che il soggetto richiedente certifichi di avere una riduzione parziale della capacità lavorativa (dal 74% al 99%) che tuttavia, per chi fa richiesta a causa di ipertensione arteriosa, può essere anche una riduzione totale (100%).
Inoltre, il soggetto deve avere un reddito inferiore alle soglie previste annualmente dalla legge, che per il 2022 sono:
Vediamo ora nello specifico le diverse percentuali d’invalidità riconosciute dall’istituto ai lavoratori affetti da ipertensione arteriosa:
Ma non è finita qui: queste percentuali possono andare dal 5% al 100% nei soggetti affetti da arteriosclerosi o aterosclerosi; dal 21% all’80% per aneurisma dell’aorta.
Questa stratificazione delle percentuali permette di riconoscere l’agevolazione data dall’assegno includendo così ampie casistiche, vista la diffusione delle cardiopatie in Italia.
Francesca Staropoli
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