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Superbonus, niente soldi. E c’è anche chi rischia il lavoro

Published by
Gianluca Merla

Non è tutto oro quel che luccica: Superbonus in pericolo e pochi soldi. Ecco in quanti potrebbero rischiare di perdere il lavoro

(foto: Pixabay)

È partito l’allarme da Confartigianato sul problema cantieri, ora anche il Superbonus è a rischio e con la manovra anche migliaia di posti di lavoro. Le paure sulle possibili restrizioni del bonus da parte del governo mettono sull’attenti le associazioni di categoria.

Il governo, infatti, starebbe pensando ad una consistente stretta al Superbonus 110%, anche a causa delle numerose truffe rilevate negli ultimi mesi dalla Guardia di Finanza. Il rubinetto dello Stato potrebbe infatti chiudersi, ma c’è il rischio che migliaia di lavoratori possano perdere il lavoro.

Strette sul Superbonus. Migliaia di lavoratori rischiano il posto di lavoro

Quello che si intravede all’orizzonte è un importate stretta sul Superbonus 110%. I nuovi limiti del governo hanno messo in guardia le imprese del settore delle costruzioni sulle possibili conseguenze riguardo i posti di lavoro. Tuttavia, il governo sembra essere deciso ad intervenire per limitare le frodi.

A lanciare l’allarme è stata la stessa Confartigianato, la quale ha parlato di 127mila nuove assunzioni, previste per il primo trimestre 2022, messe a rischio dai possibili interventi restrittivi sulla manovra da parte del Governo.

Più volte, infatti l’esecutivo è intervenuto sul Superbonus, inserendo alcuni cambiamenti in corsa. “Nell’arco di 20 mesi – continua Confartigianato – la manovra ha subito nove interventi di modifica, uno ogni 68 giorni”. Indice del fatto che c’è ben poca volontà di mantenere il Superbonus 110% così com’è.

Il governo aveva già inserito una modifica sulla possibilità di cedere i crediti, ora consentita una sola volta. Secondo Confartigianato, questa decisione ha portato un effetto negativo sui finanziatori che sono disposti ad acquistarli, portando ad un congelamento delle pratiche da parte di alcuni istituti di credito.

Ad oggi c’è la volontà di gran parte delle forze politiche di intervenire sul blocco della doppia cedibilità, ma, per ora, non c’è alcun segnale da parte da Palazzo Chigi. Il governo è intervenuto sui requisiti di sicurezza, annunciando modifiche per le aziende, ma Fratelli D’Italia ha attaccato l’esecutivo, parlando di non ammissione di responsabilità.

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