Si discute la riforma delle pensioni: al centro i contributi facilitati per la pensione di Giovani e madri. Ecco quali sono le novità
La riforma delle pensioni è ancora in divenire e continuano le serrate discussioni tra i sindacati e il Governo. Proprio il 3 febbraio 2022, infatti, è previsto un nuovo incontro tra i due protagonisti della trattativa per fissare alcuni punti fondamentali per la riforma.
Al centro del dibattito ci sono i contributi facilitati per la pensione di giovani e madri. Un punto fondamentale su cui i sindacati stanno facendo molta pressione al governo e sui cui si discuterà ancora nei prossimi giorni. Ecco di cosa stiamo parlando.
Il prossimo 7 febbraio è previsto un ulteriore appuntamento per definire e aggiungere un nuovo tassello alla Riforma delle pensioni. I partiti dovranno cercare di raggiungere un’intesa con i sindacati per trovare un accordo e definire degli obiettivi comuni.
I principali sindacati, infatti, stanno cercando di raggiungere un accordo, convinti di voler portare sul tavolo i punti chiave della riforma. Particolare attenzione, infatti, è rivolta all’intenzione di prevedere contributi facilitati per giovani e madri, in modo da non rendere la pensione per queste categorie un miraggio.
La richiesta dei sindacati è quella di prevedere una maggiore flessibilità riguardo l’uscita dei contribuenti dal mondo del lavoro. Si tratta di una negoziazione governo-sindacati i quali hanno chiesto anche la possibilità di calcolare la pensione su una contribuzione “valorizzata”. Inoltre, i sindacati chiedono al governo di dedicare più attenzione e risorse alla previdenza complementare per le madri.
Le donne, infatti, sono tra le categorie maggiormente citate nella trattativa. I sindacati, infatti, chiedono di far valere, nel conteggio dei contributi, anche i periodi di maternità. Sul tavolo c’è anche la richiesta di uno sconto contributivo di 12 mesi previsto per ogni figlio.
Al centro del dibattito ci sono anche i giovani. Questi sono infatti sfavoriti in un mondo del lavoro precario che offre pochissime opportunità. Questa categoria, infatti, rischia di non trovarsi con un assegno pensionistico adeguato dopo l’uscita dal mondo del lavoro.
Su questo fronte, i sindacati hanno avanzato alcune proposte al governo. I maggiori sindacati, infatti, vorrebbero che la nova riforma delle pensioni preveda l’uscita dal mondo del lavoro all’età di 62 anni. Inoltre, si chiede di poter raggiungere la pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi, a prescindere da quale sia l’età del contribuente.
Infine, sul tavolo della riforma delle pensioni discussa tra governo e sindacati, vi è il riconoscimento dei contributi valorizzati. Un metodo di maturazione dell’anzianità contributiva che include nel conteggio anche i corsi di formazione, i periodi di disoccupazione e la cura per la famiglia.
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