Andare in pensione: tutte le informazioni a riguardo. È conveniente? Cosa accade in ambito sanitario e a livello burocratico?
Quando si raggiunge l’atteso traguardo della pensione sono in tanti a chiedersi se sia conveniente o meno trasferirsi all’estero e lasciarsi alle spalle tutto il resto per iniziare una nuova vita. Prima di compiere un passo così importante è necessario riflettere e porsi i giusti interrogativi a riguardo.
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Ci sono diversi fattori di cui tener conto per tutti quelli che decidono di volersi godere la vita e soprattuto la pensione. È fondamentale chiedersi cosa accada in ambiti molto delicati legati alla sanità e alla burocrazia. Vediamo cosa è utile sapere rispetto questi due ambiti per evitare spiacevoli sorprese e doversi mangiare le mani per aver buttato al vento una meritata pensione e tanti anni di lavoro.
Andare in pensione: cosa comporta un trasferimento all’estero?
Secondo i recenti dati forniti dall’INPS, sempre di più i cittadini italiani decidono di lasciare l’Italia. Sono circa 400.000:
- le zone estere più gettonate: Canada, America particolarmente l’America del Sud.
- le mete europee più in voga sono: Isola di Cipro, Malta, Spagna, Portogallo, Croazia e Bulgaria.
Emerge, inoltre, che i pensionati tengano conto di vari fattori tra cui: il tenore di vita del luogo scelto, guardando anche all’efficienza dei servizi che vengono offerti legati ad esempio all’ambito dei servizi pubblici, della sanità o rispetto alla questione “farmaci”.
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La burocrazia, insieme all’imposizione fiscale e alla lontananza rispetto al proprio paese d’origine completano il quadro della riflessione. Una pressione fiscale molto alta non rappresenta affatto un incentivo a trasferirsi in un determinato luogo. C’è e ci sarà sempre chi cerca di allontanarsi il meno possibile dai propri familiari ed in generale dai propri affetti optando per mete più vicine al paese di provenienza.