Il rinvio delle scadenze della rottamazione ter e della pace fiscale sono un argomento caldo fin dall’anno scorso. Dopo tutte le proroghe, i commercialisti ne richiedono una ulteriore anche per il 2022.
La prima data di scadenza della rottamazione ter era prevista per il 30 novembre 2021. Con la prima proroga la scadenza era stata spostata al 9 dicembre 2021, con in più i 5 giorni extra di tolleranza. Anche questa nuova data di scadenza sembra essere troppo poco e l’Associazione Nazionale dei Commercialisti richiede a gran voce più tempo per poter ottemperare alle scadenze. La richiesta dei commercialisti è di estendere ancora le date di scadenza della rottamazione ter e saldo e stralcio delle cartelle esattoriali, in modo da aiutare molte piccole imprese che non sono riuscite a pagare le rate delle operazioni per il poco tempo a disposizione, andando così a far decadere la pace fiscale.
Il problema con le piccole imprese è che il periodo di grossi problemi economici portati dalla pandemia non permette loro di stare al passo con le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Molti commercialisti hanno riscontrato che sono molte le imprese di piccole dimensioni che non hanno ancora saldato le loro rate al 31 dicembre 2021. Fatto che porta alla conclusione che il tempo concesso per pagare, considerando il quadro generale, è stato troppo poco. L’associazione dei commercialisti ha trovato le simpatie di alcune parti politiche che si sono allineate al loro pensiero. Si sta discutendo quindi di una possibile rinegoziazione degli accordi sulla pace fiscale.
Il Governo, tramite la voce della ministra Maria Stella Gelmini, si è detto comprensivo delle problematiche riscontrate. Si è espresso bontà per l’iniziale proroga, secondo cui ci sono stati altri 180 giorni per le cartelle notificate tra il 1 gennaio 2022 e il 31 marzo 2022, ma anche che, ad ogni modo, la mancata proroga a portato dei problemi alle famiglie più in difficoltà. In sostanza, nonostante l’intervento della Ministra Gelmini, il Governo non si è espresso pienamente sulla questione e si attende la sua decisione se avverrà l’agognata rinegoziazione della pace fiscale oppure no.