Il 2021 è stato l’ultimo anno di Quota 100. Anche nel 2022, però, c’è chi riuscirà a lasciare il mondo del lavoro con l’opzione ormai archiviata
Anche quest’anno c’è chi riuscirà ad andare in pensione a 62 anni. Si tratta dei cittadini che hanno maturato i requisiti richiesti per la Quota 100 nel mese di dicembre 2021, grazie al meccanismo della cristallizzazione dei requisiti. Infatti, oltre al compimento dei 62 anni, chi vuole lasciare il mondo del lavoro dovrà aver raggiunto anche i 38 anni di contributi versati. Tutti gli altri, invece, dovranno usufruire di Quota 102, a cui ricorrerà la maggior parte degli italiani.
Il 2022 segna infatti il superamento definitivo di Quota 100 dopo tre anni di sperimentazione e l’introduzione, in via transitoria, di Quota 102, la soluzione adottata per rispondere alla fine di Quota 100. Il funzionamento è quasi identico, ma a cambiare sono i requisiti di accesso. Quota 100, in vigore fino al 31 dicembre 2021, prevedeva un’uscita anticipata dal mondo del lavoro e un’accesso a una pensione di importo ridotto al raggiungimento dei 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi versati. Al netto del requisito contributivo, consentiva di andare in pensione 5 anni prima della normale pensione di vecchiaia. Quota 102 funziona nello stesso modo, con il requisito anagrafico di 64 anni invece che 62.
Chi nel 2022 compirà 64 anni di età ed avrà maturato 38 anni di contributi (di cui almeno 35 di contribuzione effettiva) potrà quindi accedere alla pensione anticipata ricorrendo a Quota 102. Il sistema prevede che per andare in pensione si dovrà aver compiuto 64 anni di età e si dovrà aver versato 38 anni di contributi. Anche con Quota 102, nell’ambito privato, si dovranno aspettare tre mesi prima che la prestazione sia erogata, mentre nel settore pubblico i mesi sono sei. Identica anche la regola del divieto di cumulo con redditi da lavoro fino ai 67 anni di ad esclusione del lavoro autonomo occasionale fino a 5mila euro di reddito annuo. I contributi maturati inoltre dovranno essere effettivi, cioè al netto di contribuzione figurativa da malattia e disoccupazione.
Secondo le stime, i beneficiari saranno circa 16.800 persone, con un costo totale di circa 170milioni di euro; nel 2023, invece, entrerà in vigore il nuovo scaglione, cioè quota 104, che dovrebbe garantire 23.500 pensionamenti anticipati. Un’altra opzione per lasciare il mondo del lavoro è l’Ape Sociale, prorogata per un altro anno. La platea di beneficiari è stata estesa a più lavoratori gravosi. Le categorie che hanno diritto all’Ape passano così da 15 a 23, accogliendo nuove figure professionali.