In genere, chi paga le bollette in posta o altrove, conserva la ricevuta ma getta via il documento di notifica: ecco perché conviene non farlo più
Il pagamento delle bollette è ormai una prassi consolidata per chi vive da solo o chi ha famiglia anche se, nel tempo, le modalità di pagamento si sono evolute. Al classico metodo cartaceo e al pagamento nei locali predisposti o alla Posta, si sono sostituiti metodi di pagamento elettronici, sicuramente più facili e veloci. Niente più fila, niente più attesa e soprattutto niente più carta! In un click, tutto è risolto e altre faccende sono state sbrigate.
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Eppure, i più tradizionalisti o magari persone di una certa età che non hanno molta confidenza con i metodi elettronici, preferiscono mantenere il classico pagamento cartaceo. Accade che, una volta pagata, la si stracci e la si getti via nel cesto della spazzatura. Attenzione, però: la bolletta, così come altri documenti, contiene dati sensibili e chi progetta furti o truffe ricorre non di rado al controllo dei rifiuti alla ricerca di questi dati. Infatti, solitamente, chi paga le bollette in posta o altrove, conserva la ricevuta ma getta via la bolletta senza pensarci troppe volte. Converrebbe, invece, farlo con maggiore attenzione per evitare di incappare in pericoli.
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Esistono in commercio alcuni timbri per annerire i campi dell’indirizzo o altri dati sensibili ma, in assenza del timbro, si può ricorrere al classico metodo del pennarello indelebile! Basterà annerire i dati sensibili e, una volta coperti, si potrà buttare via il documento. Un altro accorgimento è quello di strappare bene il documento, in pezzi molto piccoli. C’è poi il tritacarte, che permette di ridurre i documenti in piccole strisce prima di buttarle via.