La data di scadenza è un’indicazione che si trova su molti alimenti, come il latte. Ma presto potrebbe scomparire
Data di scadenza per valutare se il latte è ancora buono o va buttato? Non più. Da oggi, l’unica cosa a cui stare attenti sarà l’odore del latte! Almeno, sarà così nel Regno Unito, dove il latte è il terzo prodotto più sprecato, dopo patate e pane, e la produzione e il consumo supera livelli altissimi rispetto ad altri paesi. Circa 490 milioni di pinte vanno sprecate ogni anno e, di queste, circa 85 milioni di pinte di latte di scarto sono dovute proprio alla data di scadenza.
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Per questo, la catena di supermarket Morrisons ha pensato ad alcune idee antispreco, partendo proprio dall’eliminazione dai cartoni della dicitura di scadenza. Sarà eliminata la data esatta di scadenza, al posto di un’indicazione generica entro quando consumare il prodotto. Tuttavia, sarà chiesto ai clienti di annusare il latte, per capirne la qualità e per distinguere la differenza tra latte fresco e latte ormai andato a male.
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La nuova strategia punta anche ad una “rieducazione della clientela”, come sostiene Ian Goode, responsabile manager di settore Morrisons. “Il latte di buona qualità e ben conservato ha una buona vita di pochi giorni dopo le normali date di scadenza, e pensiamo che dovrebbe essere consumato, non rovesciato nel lavandino. Quindi oggi facciamo un passo coraggioso e chiediamo ai clienti di decidere se il loro latte è ancora buono da bere. Generazioni prima di noi hanno sempre usato il test dell’olfatto e credo che possiamo farlo anche noi”, ha detto Goode, che ha definito il passo della catena coraggioso e che punta sicuramente ad abbattere lo spreco. La catena Morrisons ha calcolato un risparmio di 7 milioni di pinte all’anno grazie a questa nuova mossa.