Una seconda pensione a 62 anni, la soluzione possibile per affrontare il futuro

Nonostante i grossi passi avanti fatti con le riforme del 2022, ci sono ancora scontri e confronti tra le parti politiche e i sindacati sul tema delle pensioni. Si pensa all’immediato futuro e a quello più remoto.

Ci sono nuovi scontri al vertice per quanto riguarda il tema delle pensioni. Nell’ultimo incontro tra i sindacati Uil, Cgil e Cisl con l’esecutivo si è parlato del futuro del sistema previdenziale italiano. Nonostante sia stato messo un freno all’emergenza che stringe la questione, le misure prese sono, a parere dei sindacati, soltanto temporanee e con delle scadenze troppo immediate. Gli esempi più eclatanti di questo andazzo di decisioni sulla riforma delle pensioni che vengono rimandate sono Quota 100 e il suo successore Quota 102, che sarà attiva per un solo anno.

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Durante l’incontro non ci si è risparmiati in critiche neanche verso le misure di pensionamento anticipato come Ape Sociale e Opzione Donna. All’Italia occorre una riforma strutturale del sistema pensionistico. I sindacati hanno rimarcato come la decisione sulla questione non possa essere rimandata in eterno e le misure applicate fino a ora sono troppo fragili e che dovranno essere ridiscusse ogni anno. La riforma dovrebbe essere strutturale e definitiva in modo da dare stabilità e sicurezza ai lavoratori che ogni hanno si chiedono se e quando potranno andare in pensione. La questione si fa ancora più critica pensando al lungo periodo, ad esempio ai giovani che cominciano a lavorare in questo periodo. Secondo uno studio l’età per la pensione di questi nuovi lavoratori potrebbe essere di 71 anni.

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Al tavolo del Governo si chiede si dare maggior interesse alle misure di previdenza complementare, ovvero fondi pensione e enti privati di previdenza. In pratica una seconda pensione, in modo che i pensionati del futuro possano avere almeno una parte della loro vecchiaia al sicuro nelle proprie mani.

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