Ecco quando scatta la revoca dell’assegno d’invalidità e come fare per ottenerlo nuovamente in caso di errore
L’assegno di invalidità è una prestazione previdenziale che viene riconosciuta al lavoratore cui è stata riconosciuta una perdita della capacità lavorativa superiore a due terzi. Ha una durata triennale che può essere rinnovata con domanda ma, dopo il terzo rinnovo, il beneficio è confermato automaticamente anche se l’Inps ha facoltà di procedere a ulteriore revisione. La revoca dell’assegno scatta quando decadono i requisiti del titolare che, nel caso di recupero della capacità lavorativa, subisce la revoca del beneficio.
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Stesso destino tocca a chi non si presenta alla visita di revisione, a cui tocca la sospensione dell’erogazione dell’assegno dal primo giorno del mese successivo a quello della mancata visita. Nel caso in cui non si venga convocati per ricevere la visita ma il beneficio viene sospeso, è possibile presentare ricorso amministrativo che obbliga l’Inps a fare eseguire una nuova verifica medico/legale per provare la sussistenza o meno del requisito sanitario necessario per il diritto.
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Se entro 90 giorni dalla presentazione del ricorso non si riceve risposta da parte dell’Istituto, allora il ricorso deve essere inteso come rigettato. Il titolare dell’assegno può quindi ricorrere al Tribunale. Il ripristino dell’assegno ordinario di invalidità parte dalla data della revoca ma il titolare ha diritto a tutti gli arretrati non percepiti. Se il Tribunale confermasse la revoca dell’INPS, il ricorrente potrebbe essere condannato a sostenere le spese legali.
Una pensione di invalidità per una persona invalida civile del 100% ammonta a 285,66 euro mensili per 13 mensilità, con il proprio reddito annuo inferiore 16.814,34 euro. Gli invalidi civili del 100% riconosciuti sono chi è affetto da una malattia tra quelle nella lista prevista dalla legge, a questi, oltre alla pensione di invalidità, viene riconosciuta un’indennità di accompagnamento di 517,84 euro al mese per 12 mensilità. La pensione di invalidità per gli invalidi civili parziali, ossia quelli con malattie invalidanti riconosciute dalla legge a cui viene riconosciuta un’invalidità tra il 74% e il 99%, a questi viene riconosciuta una pensione di invalidità pari a 285,66 euro al mese per 12 mensilità, ma solo qualora il reddito annuo del soggetto non superasse i 4.906,72 euro.
Nel 2022, le pensioni di invalidità civile, in particolare per quelle che per malattie fisiche o mentali che portano a una invalidità calcolata del 74% o superiore, subiranno un aumento. Le maggiorazioni del 2022 saranno del 1,7% nella maggior parte dei casi rispetto a quanto riportato.
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