Pensioni e prepensionamenti, il presidente dell’INPS spiega perchè è preoccupato

Il 2021 ha segnato la fine di Quota 100, sostituita da Quota 102. Ma Pasquale Tridico rilancia la sua proposta 

Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, ha rilanciato la sua proposta in tema di pensioni. “Nel triennio con Quota 100 si saranno pensionate circa 400 mila persone. Un numero di gran lunga inferiore alle stime iniziali. Con Quota 102 usciranno poche migliaia di persone”, ha spiegato al Messaggero il presidente dell’Inps. Si tratta, in sostanza, di un numero molto inferiore rispetto alle stime iniziali. Per questo l’Inps torna a proporre l’uscita a 64 anni con i contributi versati, una soluzione di compromesso che permetterebbe di anticipare l’uscita a 64 anni ottenendo solo la quota contributiva dell’assegno. Poi dai 67 anni si riceverebbe anche la parte retributiva.

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”È un binomio che ripeto già da qualche anno. La flessibilità è possibile all’interno del modello contributivo. Io propongo un compromesso: si può anticipare l’uscita a 64 anni ottenendo solo la quota contributiva dell’assegno. Poi dai 67 anni si riceverebbe anche la parte retributiva. Credo che sia una soluzione accettabile anche per i sindacati. Ma credo anche che dovremmo imparare a maneggiare con cura l’informazione sulla sostenibilità dei sistemi previdenziali”, ha riferito Tridico.

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Gli occupati in Italia sono 23 milioni, una cifra che non arriva ai livelli europei. Di conseguenza, nelle casse dell’INPS, arrivano pochi contributi per pagare gli assegni dei pensionati. Secondo l’ipotesi prospettata da Tridico, però, la maggior parte dei lavoratori si ritroverebbe per tre anni con un importo molto basso, anche se la misura risulta totalmente sostenibile, visto il suo bassissimo costo stimato in poche centinaia di milioni di euro all’anno.

Assegno unico

Per quanto riguarda l’assegno unico, Pasquale Tridico la considera “un’operazione straordinaria”. Gli assegni richiesti sono stati nelle prime 48 ore 110 mila. Per Tridico la misura è “un punto di partenza, non di arrivo”, per contrastare il calo demografico del Paese.

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