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Residenza nella seconda casa, pensaci bene prima di farlo

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Riccardo Magliano

Una strategia abbastanza comune, soprattutto tra i coniugi, per non pagare l’IMU era quella di dichiarare la residenza sulla seconda casa. Questo trucco non sarà più un problema per il Fisco che si è armato per impedirne la riuscita.

Con il testo di regolamentazione dell’IMU così come era scritto fino ad oggi, una scappatoia fin troppo comune per evitare di pagare la tassa per due coniugi era quella di dichiarare la residenza in due comuni diversi. In questo modo, essendo l’IMU indirizzato ai nuclei familiari che vivono insieme, nessuno dei due doveva pagare la tassa sulla prima casa. Si tratta di una scappatoia di evasione totalmente legale e così conosciuta e comune che sono stati in moltissimi ad utilizzarla per non pagare l’odiata tassa sulla prima casa. Un nuovo emendamento proposto dall’Ageniza delle Entrate e approvato dalle commissioni Finanze e Lavoro del Senato stringe la stretta attorno a questo comportamento, costringendo i coniugi a pagare l’IMU nonostante la residenza separata.

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La norma proposta dall’Agenzia delle Entrate costringe quindi i due coniugi a pagare l’IMU su una delle due abitazioni in cui uno dei due risiede nonostante non ci sia un nucleo familiare completo sotto lo stesso tetto, come vorrebbe la norma precedente. La norma è arrivata in seguito a una ancor più severa pronunciazione della Corte di Cassazione, che prevedeva una punizione molto peggiore per chi provava a usare il trucchetto delle due residenze per fregare il Fisco. La Cassazione, infatti, aveva obbligato entrambi i coniugi a pagare l’IMU. Sulle due case di residenza.

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La sentenza della Corte di Cassazione e la norma reattiva proposta dall’Agenzia delle Entrate hanno infine messo una toppa ad una falla molto profonda nel testo di regolamentazione dell’IMU. Falla che è stata largamente utilizzata per aggirare la norma stessa ed evitare una tassa da pagare. La norma è attiva dal 1 dicembre 2021.

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