Sembra esserci un problema di privacy a causa dell’enorme quantità di dati che conosce il Fisco. Ecco come veniamo controllati
Come abbiamo detto in un recente articolo, il 2022 sembra essere un anno in cui il governo ha riposto maggiore attenzione sulla lotta all’evasione fiscale. Le norme sono aumentate, come l’abbassamento del limite all’utilizzo dei contanti, o i controlli su chi spende.
Compito del fisco è anche quello di raccogliere e analizzare dati e informazioni utili, con lo scopo di monitorare la situazione. Tuttavia, per un maggior controllo necessitano una quantità enorme di dati, cosa che ha attirato numerose critiche, riguardo la privacy.
Grazie alle numerose iniziative volte a scoraggiare l’evasione fiscale in Italia, il Fisco possiede un’enorme quantità di dati sui cittadini. Il problema della privacy, dunque, è un tema molto attuale, che andrebbe affrontato seriamente.
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Per i cittadini è importante conoscere quali sono le tipologie di dati in possesso dal Fisco e sapere se e in che modo questi vengono protetti. Con gli interventi volti a scoraggiare l’utilizzo del contante e l’evasione fiscale, infatti, la quantità di dati che cediamo ogni giorno è impressionante.
L’Agenzia delle Entrate, infatti, può accedere a informazioni riguardo le transazioni e i redditi di cittadini, ma anche informazioni più specifiche sulle abitudini di consumo. Si tratta di informazioni utili per permettere al fisco di compiere controlli volti a combattere l’evasione fiscale.
Alla luce dell’enorme quantità di dati, il garante della privacy ha chiesto maggiori tutele riguardo queste informazioni sensibili. La richiesta al fisco è quella di utilizzare questi dati unicamente per effettuare controlli mirati e circoscritti.
In questo senso, si chiede anche un intervento del Governo, con l’obiettivo di proteggere maggiormente i dati dei cittadini. Questo in ottica di quelli che possono essere i pericoli presentati da un contesto in cui il web rappresenta un vero veicolo di informazioni e dati illeciti.
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Vi è un sostanziale rischio, infatti, che i dati dei consumatori e contribuenti finiscano nelle mani sbagliate. La fatturazione elettronica, il metodo di pagamento alternativo più diffuso, risulta essere ancora troppo sensibile a questa problematica. Motivo per cui è stato vietato l’uso di questa metodologia di pagamento alle professioni sanitarie per tutto il 2022.
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