Ogni italiano in media nel mese di novembre ha perso mille euro del proprio conto in banca senza accorgersene. Cosa significa questa statistica?
Nel mese di novembre il conto in banca degli italiani si è svuotato di 60 miliardi di euro. Facendo una media in base alla popolazione, significa che ogni italiano ha perso il media mille euro. Senza neppure accorgersene.
Partiamo dalla premessa che si tratta di una “forzatura” statistica. Tanto per cominciare la ricchezza dei conti in banca è disomogenea e non può essere ripartita. E se non ce ne siamo accorti non è perché si è trattato di una truffa informatica: in effetti sul conto abbiamo gli stessi soldi.
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Il motivo, più semplicemente, è che l’inflazione è tornata a correre. Nel mese di novembre, è salita al 3,7% su base annua, ai massimi dal 2012. Ben al di sopra, cioè, del 2% individuato dalla Banca Centrale Europea come limite massimo per ritenere “accettabile” l’inflazione. L’energia a novembre ha addirittura segnato un +30,7%, spingendo in altro tutti gli altri prezzi.
Se a questo si aggiunge che i tassi di interesse sono a zero, è evidente come si stia verificando lo scenario peggiore possibile per i risparmiatori. Tenere i soldi in banca non porta guadagni, ma l’aumento dei prezzi riduce il valore del denaro che teniamo inattivo in banca.
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Nel novembre 2020, sul conto in banca gli italiani avevano 1.711 miliardi di euro. Una cifra cresciuta di oltre 100 miliardi in dodici mesi, fino ad arrivare ai 1.814 miliardi nel mese scorso. Ma su base annuale, il denaro depositato tredici mesi fa ha perso 63,3 miliardi di euro in potere d’acquisto, a fronte di interessi maturato per qualche miliardo.
Il saldo è molto negativo: negli scenari più positivi si parla di almeno 60 miliardi di euro in meno. E il problema è che nel medio periodo questa spirale negativa non si arresterà perché l’economia sta attraversando un periodo caratterizzato da inflazione, mentre la Bce non ha intenzione, per sostenere la ripresa, di abbassare i tassi di interesse.
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