Lasciare i propri soldi in giacenza su un conto può essere una scelta giusta se si vuole risparmiare. Ma attenzione ai costi
Nel 2021, l’Italia ha raggiunto livelli record di giacenze su conto corrente, con relativo aumento dei costi di gestione a fronte di importi troppo elevati. Il limite di giacenza è un limite al di sotto del quale non vengono applicati dei costi specifici, come l’imposta di bollo. La soglia è ai 5 mila euro, valida sia per il normale conto corrente che per i libretti postali. La tassa applicata è pari a 34,20 euro per le persone fisiche e 100 euro per le aziende. Lasciare i propri soldi in giacenza su un conto può essere una scelta giusta se si vuole risparmiare, ma bisogna prestare parecchia attenzione per evitare di avere brutte sorprese e ritrovarsi con meno soldi.
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A lanciare l’allarme è il segretario generale della Fabi, Federazione autonoma bancari italiani, Lando Maria Sileoni. A causa dell’inflazione, infatti, i nostri soldi potrebbero nel tempo perdere valore. “Sui 1.143 miliardi di euro lasciati dalle famiglie sui conti correnti bancari pesa, di fatto, una tassa occulta di circa 35 miliardi annui, pari al 3,1% di inflazione, il livello registrato a ottobre in Italia, mentre nell’eurozona è al 4,1%, in Germania al 4,6% e negli Stati Uniti al 6,2%”, spiega Sileoni. A pagare sono anche i consumi e i tassi di interesse. I primi vengono scoraggiati dall’aumento dei prezzi, mentre i secondi scoraggiano i mutui per l’acquisto di una casa o gli investimenti.
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In ogni caso, immobilizzare il proprio denaro comporta l’applicazione di costi aggiuntivi come appunto l’imposta di bollo su giacenze che superano una certa soglia. L’imposta non si applica né in caso di rapporti fra enti gestori e confidi né ad organismi senza scopo di lucro a carattere associativo. Il valore della giacenza si ottiene sommando i saldi giornalieri del conto e dividendo la cifra per i giorni di rendicontazione. Gli unici casi di esenzione riguardano gli estratti conto e i libretti con saldo a zero o al di sotto dei 5 mila euro. Generalmente, il conto corrente e i relativi servizi offerti ai titolari hanno dei costi. Le operazioni tradizionali come prelievi, bonifici, canoni per carta di debito o di credito sono gratuite. Tuttavia, di banca in banca e in base all’offerta, possono variare condizioni e servizi.
Tra i costi fissi figurano il canone mensile del conto corrente e quello annuale della carta di debito e della carta di credito. Ci sono poi le spese di gestione del conto titoli e le spese di liquidazione interessi; le spese di comunicazione per estratti conto e comunicazioni di trasparenza; il canone dell’home banking; le commissioni per i bonifici, quelle applicate ai prelievi agli sportelli di altre banche e quelle per i pagamenti Cbill o pagoPA; le tasse tra cui la già citata imposta di bollo
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