Grazie al taglio delle tasse, alle modifiche sull’Irpef e all’assegno unico cambieranno le buste paga di molti lavoratori
L’assegno unico per i figli, che diventerà effettivo a partire dal prossimo anno, comporterà una rimodulazione delle buste paga di almeno 8 milioni di lavoratori dipendenti italiani, coinvolgendo anche i pensionati con figli e i contribuenti che dichiarano redditi di altro genere. Infatti, l’assegno unico – che cancellerà le altre misure a sostegno della genitorialità in essere fino a questo momento – sarà gestito dall’Inps, che effettuerà l’accredito previsto sul conto corrente del diretto interessato, che quindi non avrà più la detrazione mensile su busta paga o sulla pensione. Inoltre, un altro dato da prendere in considerazione è che l’erogazione dell’assegno non sarà più legata al reddito individuale del cittadino.
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Ad incidere saranno anche il taglio delle tasse e la rimodulazione degli scaglioni Irpef, che porteranno maggiori benefici ai ceti medio-bassi. Secondo i redditi dichiarati nel 2020, gli aumenti riguarderebbero una platea di 5,4 milioni di lavoratori dipendenti. Un taglio dal 38 al 36 per cento dell’aliquota farebbe guadagnare allo scaglione centrale 340 euro all’anno. Ovvero chi attualmente guadagna 45mila euro lordi all’anno, single o con due figli sotto i tre anni a carico. Il beneficio salirebbe a 540 euro per chi guadagna 75mila euro lordi all’anno. Nulla invece per chi guadagna 25mila euro all’anno. Infatti, i lavoratori dipendenti che nel 2022 avranno il guadagno maggiore sul netto in busta paga, con un reddito da lavoro di 40mila euro lordi, pagheranno 945 euro in meno di imposta. Il beneficio sale a 1.772 euro per una famiglia monoreddito con un figlio a carico, grazie ad 827 euro di importo del nuovo assegno unico familiare e i 945 di sconto Irpef. Con due figli a carico e reddito a 40mila euro, il risparmio aumenta sopra i 3.000 euro, con 2.068 euro di assegno unico e 945 euro di taglio Irpef.
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Per quanto riguarda le rimodulazioni Irpef, i lavoratori con stipendio fra i 17mila ed 38mila euro all’anno avranno una crescita netta fino a 409 euro annuali. I lavoratori con un reddito più alto, che guadagnano dai 38mila fino a 50mila euro all’anno, avranno per la rimodulazione delle aliquote Irpef una cifra di 944 euro annui. Secondo i dati de Il Sole 24 ore, quindi, intorno ai 17.250 euro annui, si prevede una crescita pari a 409 euro, di cui 318 euro ottenuti grazie al regime fiscale e 90 euro relativi allo sconto dello 0,8%. Man mano che aumenta il reddito, sale lo sconto contributivo, mentre scende il vantaggio fiscale. Per i redditi pari a 25mila euro, il vantaggio netto è pari a 263,74 euro. Quando si arriva a 31mila euro annui di reddito, il vantaggio fiscale scende a 133,74 euro, ed è interamente dovuto allo sconto contributivo.
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