Compilare l’ISEE con errori ed omissioni, cosa si rischia veramente

Se l’attestazione ISEE presenta errori, omissioni o difformità, si può rimediare entro dieci giorni di tempo. Ecco come

L’ISEE è l’indicatore della situazione Economica equivalente, oltre che uno dei principali strumenti per poter sfruttare alcuni bonus o benefici erogati dagli enti statali e locali. Infatti, l’ISEE è utile e necessario per usufruire di moltissimi servizi o per accedere, ad esempio, al pagamento delle tasse universitarie. Anche l’accesso ad alcuni servizi pubblici, come i servizi di pubblica utilità a condizioni agevolate, è legato al possesso di determinati requisiti soggettivi e alla situazione economica della famiglia. L’Isee è un documento che fotografa la situazione economica familiare, ovvero di tutti i componenti dello stato di famiglia e serve a determinare in modo equo la partecipazione al costo delle prestazioni sociali e sociosanitarie dei residenti ed è soggetto a controlli.

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L’Isee è composto da diverse voci e si basa su un calcolo matematico basato su variabili precise. Si basa sulla DSU, la dichiarazione sostitutiva unica ed è valido sempre fino al 31 dicembre di ogni anno. Il calcolo può essere effettuato autonomamente sul sito dell’INPS oppure presentando tutta la documentazione necessaria, come le dichiarazioni ed altri documenti, nelle sedi CAF. Come si legge sul sito di Agenzia delle Entrate, “se l’Isee riporta alcune omissioni o difformità, di cui all’art. 11, comma 5, del DPCM n. 159 del 2013, ai fini della richiesta della prestazione sociale di interesse è possibile alternativamente presentare domanda per la prestazione avvalendosi della stessa attestazione ISEE recante le omissioni o difformità. Tale dichiarazione è valida ai fini dell’erogazione della prestazione, fatto salvo il diritto degli enti erogatori di richiedere idonea documentazione atta a dimostrare la completezza e veridicità dei dati indicati nella dichiarazione”.

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Come rimediare

Infatti, chi omette di dichiarare il possesso di un bene o altri patrimoni presenta una dichiarazione mendace che comporta sanzioni pecuniarie. Chi presenta dichiarazioni non veritiere per usufruire di agevolazioni, è soggetto ad una sanzione amministrativa che prevede il pagamento di una somma di importo triplo rispetto a quella percepita. Nel caso di errori, il Fisco riesce comunque a rilevare omissioni e difformità nella dichiarazione dei redditi, incrociando i dati a disposizione. E’ possibile rimediare all’omissione entro un termine massimo di 10 giorni attraverso la rettifica. Con riferimento ad omissioni/difformità relative al patrimonio mobiliare, la documentazione va richiesta dal cittadino esclusivamente all’intermediario che ha comunicato i rapporti finanziari all’Agenzia delle Entrate. Successivamente, bisogna presentare una nuova DSU, comprensiva delle informazioni in precedenza omesse o diversamente esposte e richiedere al CAF la rettifica della DSU, con effetto retroattivo, esclusivamente qualora quest’ultima sia stata presentata tramite CAF e quest’ultimo abbia commesso un errore materiale.

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