Cambiano gli importi del Reddito di cittadinanza a partire dal prossimo anno. E decide tutto l’Isee
Cambiamenti in arrivo sul reddito di cittadinanza. La misura, nonostante le voci su un possibile ritiro, resiste ma diverse modifiche sono in arrivo. per l’anno 2022 potrà essere richiesto solo se prima si è richiede un nuovo documento ISEE valido entro il 31 gennaio 2022. In assenza di questo, la mensilità di febbraio salterebbe e anche tutte le altre mensilità finché non si presenta un documento ISEE valido. Una volta presentato il nuovo documento ISEE, l’INPS provvederà a ricalcolare l’importo del reddito di cittadinanza alla luce della nuova situazione reddituale, in particolare guardando ai redditi dell’anno 2020 (gli importi di quest’anno sono stati calcolati in base ai redditi del 2019).
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L’Isee, infatti, è uno dei requisiti cardine che vengono presi in considerazione per stabilire l’idoneità o meno a ricevere il reddito di cittadinanza. In base all’indicatore, l’assegno potrebbe aumentare o diminuire. Viene da sé che, se l’indicatore è pressoché simile a quello dello scorso anno, l’assegno rimane invariato e non ci sarà nessuna variazione dell’importo del reddito di cittadinanza rispetto all’anno precedente. Se nel 2020 una persona ha perso il lavoro e quindi l’Isee risulta più basso, la variazione dell’importo sarà molto più ampia. Infatti, chi ha perso il lavoro durante il periodo più nero dell’emergenza pandemica, ha una alta possibilità di percepire un importo più alto dalle mensilità del reddito di cittadinanza. Nel complesso, tutti quelli che hanno subito un peggioramento del proprio reddito dal 2019 al 2020 si possono aspettare di ricevere un reddito di cittadinanza più alto rispetto all’anno precedente.
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Se, al contrario, tra il 2019 e il 2020 c’è stato un forte miglioramento della situazione economica familiare, il diritto a ricevere il reddito di cittadinanza potrebbe decadere. Se l’Isee 2022 supera la soglia di 9.360 euro, oppure se non supera tale soglia ma il valore del reddito familiare è sopra i seimila euro annui (moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza in base al numero di componenti del nucleo) non si ha più diritto al reddito. Se tra il 2020 e il 2021 c’è stato un netto peggioramento della condizione economica, si può presentare l’Isee corrente, che si riferisce alla situazione reddituale e patrimoniale dell’ultimo anno.