Pandoro o panettone? L’eterna diatriba delle feste. Da qualunque parte vi schieriate, l’importante è scegliere con attenzione il prodotto, o rischiare di spendere soldi inutilmente.
Il risparmio non è esattamente la prima priorità sotto le feste di Natale e Capodanno. Tra i regali ad amici e parenti, l’organizzazioni di pranzi e cene in grande stile, può sfuggire la mano e cedere a qualche vizio in più. Occorre però considerare che il prossimo futuro non si preannuncia ottimo sotto il profilo delle spese e se è possibile risparmiare qualche soldo oggi ci lo potremmo ritrovare domani in un periodo di maggiore difficoltà. Una voce della spesa delle feste immancabile, ma su cui si può intervenire è quella dell’acquisto del panettone e/o del pandoro.
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Questi due dolci sono immancabili sulle tavole italiane durante le feste. Due dolci tradizionali che tutti, più o meno, hanno provato almeno una volta e che ogni hanno in questo periodo fanno capolino. La cosa più semplice da fare quando si acquista un pandoro o un panettone è prendere uno di quelli del supermercato, magari buttandosi su qualcuno di quelli delle marche più famose e conosciute, convinti di fare un acquisto migliore. Non sempre è così. I prodotti di marca, specialmente in questo caso, sono mediamente più costosi di quelli sottomarca; il costo aumenta di 3 o 5 euro per ogni prodotto. Questo potrebbe far pensare che quello che si spende in denaro lo si stia recuperando in qualità del prodotto stesso, ma non è sempre vero. In Italia, infatti, la ricetta di pandoro e panettone, in quanto prodotti della tradizione tutelati dallo Stato, sono sempre le stesse, non ci sono grandi differenze tra un panettone e l’altro o tra un pandoro e l’altro.
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In maniera simile, le aziende capaci di produrre in grande quantità questi prodotti tanto specifiche non sono molte, e andando a vedere sulle etichette possiamo notare che molti pandori e panettoni contrassegnati da altre marche sono prodotti negli stabilimenti dei solito produttori: Maina, Paluani, Bauli, Dal Colle, Vergani, ecc, che producono anche i prodotti spacciati per “di marca” dai rivenditori. Non c’è dunque differenza di qualità tra un prodotto di marca e uno che non lo è, l’unica differenza è il prezzo, e per il solo motivo che c’è un passaggio di compravendita in più rispetto al prodotto sottomarca prima di venir messo in vendita al supermercato.
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