Nuova botta delle istituzioni all’utilizzo del denaro contante. Si parla dell’introduzione di una multa per gli esercenti che non accettano pagamenti con bancomat.
La mozione in discussione in Parlamento e, se non ci saranno grossi intoppi, di quasi certa approvazione è stata presentata da due forze politiche principali: Lega e Leu. La nuova multa si inserisce nella grande operazione politica della lotta all’utilizzo del denaro contante, che viene applicata trasversalmente in tutta l’Unione Europea e occupa una posizione di primissimo piano ne Pnrr che Mario Draghi porta avanti dalla sua nomina di Primo Ministro. La multa, così come è stata presentata, è prevista per tutti gli esercenti che non accettano pagamenti con carta di credito o bancomat. L’importo minimo della sanzione è fissata a 30 euro, che aumenta del 4% della spesa stessa. Quindi, più è alta la spesa che non può essere pagata con bancomat o carta di credito, più alta è la multa.
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A fare da garanti per il rispetto delle regole sarebbero le forze di polizia locale e altre forze dell’ordine. Queste possono essere chiamate a intervenire e riportare tramite rapporto al prefetto la violazione della normativa, per cui sarà proprio il prefetto a notificare la multa. La stessa normativa prevedere dei cambiamenti anche per quanto riguarda i prelievi dagli sportelli ATM e le commissioni su essi applicati. Si pensa infatti di permettere non agli istituti bancari, ma all’azienda Bancomat di decidere gli importi delle commissioni degli sportelli per i prelievi di denaro contante, fino a un massimo 1,5 euro per ogni operazione. Questo però non sarebbe previsto prima del 2023.
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La nuova normativa, combinata all’abbassamento della cifra massima utilizzabile per le operazioni tramite contanti da 2.000 a 1.000 euro intendono dare una sonora botta alla lotta al denaro contante. L’obbiettivo sarebbe quello di far si che nel prossimo futuro tutti paghino con la carta di pagamento per qualsiasi cosa, anche solo per un caffé. Questo sarebbe un ottimo modo per arrestare l’evasione fiscale. Voci di dissenzo si alzano da Forza Italia. Luca Squeri in particolare sottolinea come in un momento di forte difficoltà per gli operatori economici dopo quanto accaduto con la crisi sanitaria, sarebbe folle penalizzarli ulteriormente.