Ammonta a 3,8 miliardi di euro la cifra stanziata per il caro bollette. Ma i fondi vengono tolti al Fondo per la disabilità
Sono in arrivo i rincari sulle bollette, causati principalmente dall’aumento delle materie prime, con relativo innalzamento dei tassi di inflazione generatosi a metà del 2021. Il prezzo del petrolio è quasi raddoppiato mentre il gas naturale ha fatto un balzo del 400% in un anno. Per questo, a breve, verranno comunicati gli aggiornamenti per le tariffe di luce e gas, in vigore per il periodo gennaio-marzo 2022, il primo trimestre del nuovo anno. Si parla di aumenti stimati tra il 20 e il 25% rispetto ai tre mesi precedenti per l’energia elettrica e tra il 35 e il 40% per il gas naturale. Un aumento che costerà alle famiglie circa 800 euro, secondo Nomisma. Di questi, 136 euro in più a famiglia saranno destinati alla luce e 679 al gas. I rincari si aggiungo a quelli già registrati nel terzo e quarto trimestre del 2021, segnando così un più per il sesto trimestre consecutivo. Secondo le stime degli esperti potremmo assistere ad una tregua verso il secondo trimestre del 2022, quando i prezzi delle materie prime cominceranno a scendere per poi accentuare la flessione nella seconda parte del 2022.
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Intanto, ieri il Governo ha aumentato di un miliardo le risorse per far fronte al caro bollette. Ammonta così a 3,8 miliardi di euro il totale complessivo stanziato per far fronte all’aumento. Ma da dove vengono estratti i fondi? Dal Fondo per la disabilità, che perderà circa 200 milioni di euro al Fondo per la disabilità, la cui istituzione ha reso effettiva la legge delega sulla disabilita. Il Fondo è stato Istituito con la legge di Bilancio 2020 con una dotazione di 200 milioni di euro per il 2021 e di 300 milioni di euro annui a decorrere dal 2022.
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Come spiega Il Fatto Quotidiano, la legge delega è stata approvata solo lo scorso 9 dicembre, agganciandola al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). In questo modo, si prende tempo e i decreti attuativi per rendere operative le misure potranno essere spalmati nei mesi a seguire. “Gli strani giri contabili sono inaccettabili soprattutto quando si ha a che fare con la disabilità. Siamo abbastanza preoccupati per questa decisione, anche se il governo ci ha tranquillizzati: il dirottamento dei fondi è solo temporaneo e lo stanziamento totale sui tre anni di 800 milioni verrà ristabilito non appena ci saranno i decreti attuativi”, spiega Roberto Speziale, il presidente Anffas, l’Associazione nazionale delle famiglie con persone con disabilità. La trovata del governo, insomma, sembra essere più un vero voltafaccia alle politiche di inclusione e di solidarietà che, in questo modo, vengono rimandate nel tempo.
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