A rischio il pagamento delle pensioni, il problema sarà tra 8 anni. Ecco chi sarà coinvolto se non ci saranno interventi
Non arrivano buone notizie per i prossimi pensionati. Secondo l’OCSE è a rischio il pagamento delle pensioni, il problema sarà tra 8 anni. Il futuro, infatti, rimane incerto per i contribuenti che, nei prossimi anni, dovranno accedere alla pensione.
Se l’Italia continuerà a mandare in pensione i lavoratori prima del tempo, infatti, il pagamento delle pensioni potrebbe essere in serio pericolo. Sotto accusa gli assegni pensionistici non commisurati ai contributi versati. Ecco cosa succede.
L’Italia rischia il dissesto finanziario. A ricordarci il possibile infausto destino del nostro Paese è l’OCSE che ha segnalato l’ennesimo sperpero di denaro. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’Italia non ha del tutto rispettato le norme delle regole Fornero.
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Negli ultimi anni, infatti, in Italia si è riusciti a mandare in pensione lavoratori con un’età di 61,8 anni. Una cifra superiore alla media OCSE, che è pari a 63 anni. Un discostamento importante che mette a rischio il pagamento delle pensioni, il problema sarà tra 8 anni.
Secondo l’Inps, il bilancio 2021 si chiuderà con un forte disavanzo, circa 20 miliardi. A rincarare la dose ci ha pensato il presidente Tridico: “Se continuiamo a finanziare la spesa pensionistica, da qui al 2029 avremo una gestione di disavanzo per 45 miliardi”.
Insomma, per le pensioni il problema sarà tra 8 anni. Entro quella data, quella del 2029, quindi, potrebbero non esserci abbastanza soldi per pagare le pensioni. Urge quindi riveder il sistema di calcolo delle pensioni per alleggerire il bilancio Inps, fortemente appesantito da Quota 100.
Per ora, le vie percorribili sono due: aumentare le aliquote o tagliare gli assegni. Se nel primo caso le aliquote risultano già molto elevate, nel secondo si vede una soluzione più fattibile. Il meccanismo sarebbe quello di penalizzare chi va in pensione prima.
Si pensa, ad esempio, ad una soluzione simile a quella di Opzione Donna, esistente in vari Paesi come gli Stati Uniti. In questo caso il lavoratore può lasciare il lavoro in anticipo rispetto alle norme Fornero. Tuttavia, il calcolo pensionistico verrà fatto interamente con il sistema contributivo. Compresi i versamenti esistenti prima del 1996.
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È quello che auspicava l’ex presidente Insp Tito Boeri, quando affermava che: “È necessario accelerare l’entrata a regime del sistema contributivo”. Insomma, è in pericolo il pagamento delle pensioni, il problema sarà tra 8 anni, ma serve prendere delle decisioni già ora.
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