Nell’ipotesi in cui passasse l’ultima proposta della Commissione europea, il valore immobiliare delle case di molti italiani potrebbe crollare drasticamente. Ecco come mai.
Una proposta choc da parte della Commissione europea potrebbe danneggiare enormemente le tasche di molti italiani, abbattendo il valore immobiliare delle loro abitazioni, magari acquistate con i risparmio di una vita. A Bruxelles, infatti, si sta discutendo di bloccare le vendite e gli affitti degli edifici energetici non a norma. Il problema è che sono moltissimi gli italiani che si troverebbero improvvisamente al di fuori delle regole europee.
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Superbonus, una lotta contro il tempo
Certo, con il Superbonus al 110 per cento, previsto anche e soprattutto per lavori di efficientemente energetico ci sarebbe un modo per non infrangere l’eventuale decisione Ue senza spendere un patrimonio, visto che si tratta di lavori di ristrutturazione e riqualificazione molto invasivi, che vanno dall’utilizzo di impianti fotovoltaici fino a nuovi infissi che limitino il dispendio energetico e caldaie a condensazione e valvole termostatiche.
Ma in ogni caso si tratta di lavori e rimborsi che richiedono tempo e non tutti sarebbero comunque nella condizioni di permetterselo. Senza contare che nei prossimi anni, anche il Superbonus scenderà al 65 per cento, richiedendo dunque spese maggiori per chi volesse mettersi in regola.
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Cosa ha proposto la Commissione Ue sulle case
La Commissione europea vuole che entro il 2030 la classe energetica degli edifici rientri nella categoria D, dal 2033 la categoria C e, infine, dal 2035 solo nelle categorie B e A, quelle più virtuose perché hanno minore impatto ambientale. Non solo: dal 2027, tutte le abitazioni ad alto consumo che sono incluse nella classe energetica G, non potranno più far parte del mercato immobiliare se non si adegueranno alla nuova direttiva dell’Ue.
Le stime dell’Enea parlano chiaro: sarebbero necessari 12 miliardi l’anno per 10 anni, con una spesa totale di 120 miliardi, per migliorare almeno da G ad E l’edificio. Certo, per gli inquilini ci sarebbero anche benefici in termini di risparmio energetico. Se la classe A comporta in media una spesa compresa tra i 200 e i 300 euro all’anno per il riscaldamento, una classe G varia dai 1000 ai 1300 euro. Il risparmio, tuttavia, non riuscirebbe neppure lontanamente a pareggiare i costi di efficientemente energetico.