Molti pensionati percepiscono pensioni sbagliate a causa di errori di calcolo o mancati riconoscimenti contributivi. Come sistemare l’assegno.
Vale un avvertimento: bisogna sempre controllare l’assegno pensionistico, perché non è sempre corretto. Questa verifica va fatta poi, nel particolare, durante la fase di liquidazione, soprattutto se non è fatta preventivamente sui contributi.
Quando arriva l’estratto conto pensionistico va effettuata una verifica approfondita, come del resto facciamo ogni volta che ci arriva quello bancario. Questo perché sono contributi versati durante tutta la vita allo stato, una parte dello stipendio che è stata trattenuta in vista della quiescenza.
Così si nota che alcune volte è l’ente pensionistico a sbagliare i conti, ma anche che è lo stesso lavoratore che durante gli anni non si accorge della corretta contribuzione versata durante gli anni di impiego. Il problema è poi accentuato quando i versamenti sono stati effettuati su diverse gestioni e c’è la necessità della ricongiunzione.
Tecnicamente si parla di diritti inespressi, gli incentivi o sgravi che l’ente di previdenza dovrebbe riconoscere in automatico, ma spesso dimentica di farlo. In questo caso spetta al lavoratore l’onere di segnalare, pena una pensione inferiore rispetto a quella che dovrebbe spettare.
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Uno degli esempi è il non invio del modello Red per i redditi dei pensionati. Può capitare infatti che questi ultimi subiscano delle trattenuta in quanto percepitori di altri redditi: questi vanno sempre comunicati all’ente, altrimenti si rischia di subire riduzioni. altro caso è quello delle persone fiscalmente a carico e che generano trattenute fiscali sull’assegno. Anche qui va effettuata la comunicazione, perché l’ente non potrebbe venirne a conoscenza.
Ma quali sono i diritti inespressi? Si tratta delle integrazioni al trattamento minimo, le maggiorazioni sociali, l’aumento al milione o la quattordicesima. Queste voci consentirebbero l’incremento dell’a pensione, ma solo a fronte di una domanda specifica del richiedente, che però spesso non ne è a conoscenza.
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Se ci si accorge, quindi, che la propria pensione è stata calcolata in difetto, si può richiedere all’ente previdenziale la rideterminazione dell’importo. Esistono appositi moduli per farlo e il diritto si prescrive dopo 5 anni. Per cui è possibile richiedere anche gli arretrati fino a 5 anni.