Potrebbero aumentare i tassi di interesse per il mutuo di casa facendo slittare i pagamenti che potrebbero prolungarsi. Ecco perché
A causa nella pandemia, nell’ultimo anno sono notevolmente crollati i tassi di interesse e molti proprietari sono stati spinti a valutare le varie opzioni sul tavolo con il proprio istituto di credito o con altre banche per valutare condizioni migliori di accesso al mutuo. In genere si modifica il tasso di interesse, la durata del contratto o la tipologia di contratto. Sarà il cliente a comunicare all’istituto la volontà di modificare le condizioni e successivamente l’istituto deciderà se accettare. Attenzione, però, perché l’inflazione italiana potrebbe aumentare i tassi di interesse per il mutuo di casa.
Leggi anche: Euro, perché le banconote che usi avranno presto un altro valore
Secondo quanto calcolato da Ing e riportato da Idealista, a causa dell’aumento dell’Euribor, aumenterà di 30 euro al mese la rata del prestito per un mutuo medio: un aumento dell’1% circa. Con gli anni successivi, però, il tasso di interesse potrebbe superare il 3% e la rata aumentare del 21% in più rispetto al valore attuale.
Leggi anche: Il regalo di Natale del Governo, ecco il Bonus spesa di 1400 euro
I dati
I dati dell’ultimo semestre infatti rilevano un generale aumento del costo dei mutui. La crescita vale sia per i mutui fissi che per quelli variabili. La crescita registrata negli ultimi sei mesi è di 32 punti per quelli con percentuale determinata e di 14 punti per i variabili. Da gennaio si è registrata una crescita dello 0,4 per l’Eurirs e le banche hanno risposto rialzando subito i mutui offerti ai clienti, provocando, a cascata, un incremento del TAN. Secondo Facile.it, nel corso del 2021, l’Eurirs – tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso – ha avuto un andamento altalenante passando dal -0,02% degli inizi di gennaio 2021 all’attuale 0,40%, determinando una lieve crescita dei tassi applicati dalle banche. L’Eurirs è legato anche all’inflazione europea che ha avuto aumenti medi del 3,4% soltanto a settembre contro il 2,5% dei dati italiani.