Conti correnti, bonifici, depositi, tasse: ecco dove può intervenire l’Agenzia delle Entrate e cosa controllare
L’Agenzia delle Entrate ha il potere di controllare una serie di cose della nostra vita: dai nostri conti, ai bonifici, ai movimenti bancari. Anche se l’idea non ci piace affatto, tutti noi siamo costantemente tenuti sotto controllo dall’occhio del Fisco. L’Agenzia delle entrate dispone – o può avere facoltà – di rintracciare facilmente tutti i nostri movimenti bancari, senza lasciarsi sfuggire nulla. Tuttavia, ci sono operazioni su cui il Fisco si abbatte maggiormente, prestando maggiore attenzione a determinati tipi di operazioni. I conti correnti non passano indenni dai controlli. In particolare, i movimenti che attirano i controlli sono 3: prelievi, versamenti e bonifici. Il Fisco in generale presta attenzione ai movimenti di grandi flussi di capitali, prestando attenzione ai soldi che entrano in Italia e al trasferimento di denaro all’estero. Tuttavia, non c’è bisogno di grandi movimenti per incappare in sanzioni. Spesso e volentieri basta pochissimo per subire una sanzione fiscale, come un piccolo versamento non giustificato.
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In generale, il Fisco controlla e osserva tutti i conti correnti, senza prestare molta attenzione alla categoria a cui appartiene il contribuente e soffermandosi, invece, sui depositi bancari che generano sospetti. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate può adesso analizzare i movimenti bancari grazie all’Anagrafe dei conti correnti. Spetta al titolare del conto dimostrare che il denaro versato sia pulito e frutto di attività su cui sono state regolarmente pagate le tasse al fisco. Le indagini finanziarie possono essere eseguite nei confronti di tutte le persone fisiche. Se il titolare di un conto versa una somma maggiore del proprio stipendio mensile, il fisco può fare scattare gli accertamenti. Spetta al contribuente spiegare la provenienza di quella cifra.
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Fisco e tasse
Quando non si pagano le tasse, l’Agenzia delle entrate invia un documento di notifica al contribuente. Nella maggior parte dei casi si tratta solo di una verifica fiscale: meglio tenere in ordine i rendiconti finanziari e le dichiarazioni dei redditi. Le fasi del controllo fiscale dell’Agenzia delle entrate sono tre. Il primo è il procedimento impositivo, ovvero atti di iniziativa del contribuente tra autoliquidazione del tributo, versamento del tributo, presentazione della dichiarazione. Segue l’attività di controllo finalizzata a contrastare le eventuali violazioni degli obblighi tributari. Infine l’avviso di accertamento mediante il quale l’ufficio notifica formalmente la pretesa tributaria al contribuente. Nell’avviso sono contenute le modalità per sanare le anomalie. L’Agenzia delle Entrate italiana può essere informata di tutti i beni detenuti dal contribuente in altri paesi europei e in generale è tenuta a conoscere dettagli e particolari della situazione fiscale dei contribuenti, nel rispetto della privacy.