Passata ormai la data del 30 novembre, ultima occasione per pagare pace fiscale, rottamazione ter e saldo e stralcio, il termine della tolleranza è fissa al 6 dicembre. Se non si paga entro questa data si rischia il pignoramento di conto corrente, stipendio e/o pensione.
La data ultima per completare il pagamento delle rate 2020 e 2021 della Rottamazione ter, del Saldo e Stralcio e della Pace Fiscale era stata fissata al 30 novembre 2021, ma con i 5 giorni di tolleranza per il pagamento in ritardo e la domenica di mezzo la data ultima vera e propria è quella del 6 dicembre. Oggi, infatti è obbligatorio essere in pari con i debiti contratti con il Fisco. Il pagamento delle date arretrate delle cartelle esattoriali sopra citate sono fondamentali per non avere più la spada di Damocle del debito con il fisco sopra la testa, specie se consideriamo quante armi abbia il Fisco per recuperare i soldi persi.
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Dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione, ex Equitalia, è possibile subire ogni genere di stretta se non si è in grado di pagare in tempo i propri debiti. In particolare la misura che spaventa di più i contribuenti è quella del pignoramento del conto corrente, dello stipendio e/o della pensione, tutte cose che il Fisco può fare dop il 6 dicembre 2021. Al netto del fatto che una ennesima posticipazione del termine massimo per il pagamento potrebbe arrivare oggi stesso, questa non sarebbe più in la di una settiama (si parla di massimo il 14 dicembre), dopo di ché non ci saranno più sconti per nessuno, e già questa possibilità è la più rosea augurabile.
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Se i debiti di questi contribuenti non saranno saldati, i loro risparmi non saranno più al sicuro. L’Agenzia delle Entrate – Riscossione potrà letteralmente, anche se entro certi limiti, mettere la mani nelle tasche dei contirbuenti e prendersi da sola quanto le spetta. La peggior cosa riguardando il pignoramento è quanto velocemente questo può essere messo in atto. Se si riceve una notifica di pignoramento il tempo che abbiamo per pagare quanto spetta al Fisco (comprensivo di interessi di mora) è di soli 60 giorni, oppure trovare una via per aggirare la misura. Se questo non dovesse accadere, l’Agenzia delle Entrate ha il potere di bypassare il normale iter di espropriazione e prendersi dal conto corrente delle somme cadenzate nel tempo fino a che il debito non è completamente estinto.