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Ristrutturare con il Superbonus? Un pericolo per la sicurezza della casa, dicono i Vigili del Fuoco

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Tiziano Rugi

I lavori edilizi di ristrutturazione fatti con il Superbonus al 110 per cento possono essere un rischio per la sicurezza della propria abitazione. Lo hanno detto i Vigili del Fuoco.

Può sicuramente apparire una contraddizione non da poco. Eppure anche le statistiche sembrano confermare quanto ha denunciato un comandante dei Vigili del Fuoco di Torino intervistato dal quotidiano La Stampa.

Gli interventi di ristrutturazione, aumentati negli ultimi mesi grazie al Superbonus del 110 per cento, in particolare quelli per modernizzare gli infissi, che magari causavano gelidi spifferi invernali potrebbero, infatti avere un danno collaterale non da poco.

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Il danno collaterale del Superbonus

Partiamo dalle statistiche. Nell’ultimo anno sono aumentati a dismisura gli incendi e le fughe di gas nelle abitazioni. In tutto 7020 e quasi 30mila interventi dei Vigili del Fuoco e 7450 salvataggi a causa di incendi e intossicazioni da monossido di carbonio dentro gli edifici. Tra i casi più recenti l’incendio e il crollo di una palazzina di Pinerolo, che ha causato la morte di due persone.

Secondo un comandante dei Vigili del Fuoco di Torino questo sarebbe legato anche al fatto che, proprio per il netto miglioramento della coibentazione degli appartamenti, questi possono diventare una sorta di trappola.

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Cosa ha detto il comandante dei Vigili del Fuoco

“Nelle abitazioni di infissi sempre più performanti sul piano del risparmio energetico rischia paradossalmente di diventare una trappola mortale in caso di fughe di gas o di monossido di carbonio negli ambienti. Gli spifferi delle vecchie finestre salvano la vita permettendo il ricambio di aria. Per altro si sa che il monossido è inodore e non lascia traccia”, ha spiegato il comandante dei Vigili del Fuoco.

Insomma, i noiosi spifferi degli infissi, permettendo un maggiore ricambio dell’aria fungevano da “sistema di sicurezza” perché il monossido di carbonio, mortale in caso di intossicazione, non era in grado di accumularsi negli ambienti al chiuso.

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