Confuso dalle proposte sulla pensione per il 2022? Ecco come sbrogliare la matassa.
La riforma delle pensioni è arrivata ad un bivio. Il 2022 infatti sarà l’anno in cui si dovrà mettere mano, definitivamente al sistema previdenziale italiano. Ce lo chiede l’Europa, ma è oramai imprescindibile a causa dei conti pubblici italiani, che rischiano di esplodere proprio a causa della spesa pensionistica. In attesa dell’Armageddon, cosa succederà il prossimo anno? Proviamo a vedere tutte le possibili soluzioni che potrà percorrere chi spera di poter finire il suo periodo lavorativo.
Senza dubbio una certezza è costituita da Quota 100, oramai superata: questa misura terminerà i suoi effetti il 31 dicembre e non tornerà mai più: per le casse è stata un vero bagno di sangue. Questo significa che sarà utilizzabile solo da chi potrà andare in pensione entro la fine dell’anno, ma ci sono categorie che potranno ancora sfruttarla nel 2022: sono quelle che rientrano tra le 23 dell’APE sociale. Va però ricordato che serve un minimo contributivo di 36 anni e un importo massimo di 1500 euro che sarà riconosciuto solo al raggiungimento dell’età pensionabile da parte di chi ha svolto mansioni gravose per 6 degli ultimi 7 anni o per 7 degli ultimi 10.
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Per accedere a Quota 102 invece servono due anni aggiuntivi, quindi 64 anni e 38 di contributi e comunque sarà valida solo per il prossimo anno, così da evitare il ritorno alla Fornero.
C’è poi Opzione Donna. Prima di tutto il meccanismo di pensionamento è riservato esclusivamente alle lavoratrici iscritte all’Assicurazione generale obbligatoria (Ago), ed ai fondi ad essa sostitutivi od esclusivi (dipendenti del comparto privato, pubblica amministrazione e lavoratrici autonome) che contano contributi alla data del 31 dicembre 1995. I requisiti richiesti sono 35 anni di versamenti e poi un’età di 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 per le lavoratrici autonome.
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Da ultimo potrebbe essere utile focalizzarsi sui contributivi, se questi sono molto consistenti rispetto all’età. In attesa di conoscere il destino Quota 41, anche alla luce delle nuove proposte presentate dalla Lega, ricordiamo che la riforma non andrà a toccare la pensione anticipata ordinaria, quella prevista dalla legge Fornero con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini (importo ottenuto con calcolo misto).
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