Olio di oliva 11 su 30 non sono veri extravergine, come riconoscerli subito

Con l’arrivo dell’autunno milioni di italiani fanno la scorta di olio d’oliva per l’anno. Bisogna però stare attenti alle sofisticazioni e ai prodotti di bassa qualità. Ecco come riconoscere un buon olio EVO extravergine.

Olio di oliva 11 su 30 non sono veri extravergine, come riconoscerli subito

Per riconoscere un buon olio d’oliva ci sono tutta una serie di aspetti a cui prestare attenzione. Infatti, può accadere che l’olio acquistato non sia della qualità sperata. In base alle analisi fatte dagli organi ispettivi, 11 su 30 presenti sul mercato, non sono olio extravergine d’oliva.

Tra le sofisticazioni più comuni c’è la pratica di miscelare più tipologie di olio tra loro ottenendo un prodotto finale che solo all’apparenza è simile all’extravergine ma che non ha le stesse qualità. Altre aziende vendono olio di semi addizionato con clorofilla e betacarotene. Sostanze non nocive alla salute, che però alterano la qualità del prodotto.

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Le caratteristiche dell’olio extravergine

L’olio extravergine d’oliva deve possedere alcune caratteristiche perché sia un prodotto di qualità. In particolare, bisogna valutare con attenzione l’aspetto visivo (colore e il corpo), olfattivo e il gusto, che comprende i sapori aromatici e i retrogusti tipici dell’olio extravergine.

  • Colore. L’olio extravergine di oliva deve tendere al verde: se il verde è scuro è un olio extravergine di oliva dal gusto fruttato medio. Quando l’oliva raccolta è verde, l’olio è più tendente al verde; se l’oliva è molto scura o nera, è più tendente al giallo. Anche l’età dell’olio ne condiziona il colore. In genere, l’olio più scuro è più giovane, mentre l’olio extravergine più chiaro è più datato. Il colore migliore è tra il verde ed il giallo chiaro.
  • Fluidità. Un buon olio di oliva ha una fluidità medio-bassa. Se l’olio è molto fluido potrebbe non essere un buon segno. Per valutarlo, il modo migliore è versare un cucchiaio di olio in un bicchiere agitandolo.
  • Olfatto. Se una volta versato l’olio nel bicchiere si percepiscono profumi di oliva, erba, frutta e verdura è molto probabile che l’olio sia di buona qualità.
  • Sapore. Per degustare l’olio EVO occorre tenerlo in bocca, tra lingua e palato, senza aver mangiato in precedenza, almeno per trenta secondi, in modo da poter apprezzare tutti i sapori. Un buon olio di oliva per essere di qualità dovrebbe avere un gusto amarognolo piccante. I sentori, gli aromi e il retrogusto di un buon olio EVO danno una percezione di fruttato che a seconda della maturazione dell’oliva, delle selezioni e blend, dei cultivar, può essere intenso, medio o dolce.

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Le altre “tecniche” 

Olio di oliva 11 su 30 non sono veri extravergine, come riconoscerli subito

Ma ci sono anche altre strategie, per chi non è abituato a testare l’olio d’oliva e a riconoscere le caratteristiche precedentemente elencate. Per prima cosa, un’etichetta poco dettagliata potrebbe indicare un prodotto di scarsa qualità. La presenza di descrizione che riguardano il metodo di produzione biologica, l’origine della materia prima, la tecnica di spremitura delle olive, l’impiego di particolari cultivar, la regione dove viene prodotto e imbottigliato indicano in genere una maggior cura e sono una sorta di “garanzia”. Oltre naturalmente al marchio DOP, sicura garanzia di qualità.

L’altro indice di qualità è la data di scadenza poiché l’extravergine mantiene inalterate le proprietà per un periodo lungo: circa 18 mesi dal confezionamento. Infine il prezzo. Produrre un olio di buona qualità è costoso, dunque è impossibile trovare un olio extravergine il cui prezzo sia inferiore a determinati standard.

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