Per chi agisce in regime ordinario, i guadagni partita IVA, sono più complessi da determinare rispetto a chi è nel forfettario.
Quando si guadagno di netto con la partita iva? La risposta è dipende. Infatti esistono diversi regimi fiscali per i liberi professionisti e non è facile calcolare questa cifra. Chi ad esempio lavora con un regime forfettario avrà una tassazione più leggera e fissa, così sarà più facile individuare il compenso che metterà in tasca.
Ma per conoscere il netto rispetto al compenso lordo di una prestazione è necessario fare qualche calcolo. Chi ad esempio agisce in regime ordinario dovrà considerare appunto l’IVA e la ritenuta d’acconto, cosa che invece non accade con il forfettario, tutto questo senza contare la contribuzione previdenziale in fattura – la rivalsa – questa obbligatoria per tutti.
Vuoi sapere quanto devi guadagnare per metterti in tasca 1500 euro? Ecco i calcoli
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In caso di regime ordinario vanno tenute conto queste voci, che vanno inserite in fattura: l’Iva, la ritenuta d’acconto al 20% e la rivalsa previdenziale. Nel caso in cui si voglia avere un guadagno netto di 1500 euro, il calcolo dovrà essere fatto in questo modo: il compenso dovrà essere di 1410 euro, a cui sarà aggiunta la rivalsa Inps al 4%, quindi 56,40 euro. Ai 1466,40 euro dovrà essere applicata l’Iva al 22%, quindi 322,61 euro. Il totale è di 1789,01 euro. Per conoscere il netto dovrà poi essere tolta la ritenuta d’acconto al 20%, di 282 euro ed ecco che il netto diventa di 1507,01 euro.
Cambia tutto invece nel caso del regime forfettario, che può calcolare questa cifra in maniera più semplice, visto che non dovrà applicare né l’Iva né la ritenuta d’acconto. In questo caso il compenso sarà di 1445 euro a cui sarà aggiunto il 4% di rivalsa Inps, quindi 57,80 euro. Il netto a pagare sarà infine di 1502,80 euro.
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Va però poi ricordato un aspetto importante e riguarda il compenso al termine dell’anno. Da tutto quello che è stato guadagnato dovrà poi essere accantonato il contributo previdenziale, che sarà versato alla cassa di appartenenza. Questo dato non può essere calcolato uguale per tutti, visto che dipende dall’ente previdenziali a cui si è iscritti.