Multa da duecento a seicento euro, reclusione fino a due anni di carcere: ecco cosa rischia chi evade il canone rai
Il canone rai, solo nel 2020, ha fruttato alle casse dell’Erario 1,7 miliardi di euro. Una cifra che non è andata tutta alla Rai: dei 90 euro che ogni nucleo familiare paga allo Stato, solo 75,4 sono destinati all’azienda. Infatti, il pagamento passa tramite l’Agenzia delle Entrate, che detrae le risorse che alimentano il Fondo per l’editoria di Palazzo Chigi e il Fondo per le antenne locali del Ministero dello Sviluppo economico. Il canone Rai rimane una delle tasse più evase in assoluto dagli italiani ed è per questo che con la legge di bilancio del 2016 il canone per il possesso della tv è stato inserito direttamente nella bolletta della luce, per limitare le evasioni.
Leggi anche: Tagli alle tasse, ora puoi sapere quanto risparmi davvero
Per chi non paga il canone rai, sono previste sanzioni economiche abbastanza alte. Inoltre, chi non paga rischia di commettere un vero e proprio reato, dal momento che l’evasione è subordinata alla commissione di un falso. Dopo i dovuti accertamenti della Guardia di Finanza, i contribuenti che non hanno versato il canone possono incorrere in sanzioni fino a 6 volte l’importo dell’imposta tanto da arrivare a pagare 540 euro, più arretrati ed interessi. Questi avviene quando si dichiara di trovarsi in uno dei casi di esenzione previsti dalla legge, come ad esempio quando si dichiara di non possedere una televisione. Come già detto, la pena prevista dal codice penale per il reato di falso ideologico commesso dal privato è pari a due anni. La sanzione economica va dai duecento ai seicento euro, oltre all’obbligo di pagare tutti gli arretrati maggiorati degli interessi.
Leggi anche: Pensioni di dicembre, perché devi ricalcolare gli importi
Chi controlla?
E’ l’Agenzia delle entrate ad avere il compito di verificare chi evade il pagamento per poi procedere successivamente alla riscossione dell’importo mancante. L’agenzia delle entrate ha il compito di chiedere i debiti del Canone Rai al massimo entro dieci anni, incrociando i dati disponibili presenti nelle banche e le utenze intestate degli gli evasori per confermare chi ha dichiarato il falso. I controlli possono avvenire a campione o nel caso in cui sorgano dei dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive. L’accesso della Guardia di Finanza nelle abitazioni private può avvenire solo in determinate condizioni di garanzia del contribuente e solo se è presente un’autorizzazione del procuratore della Repubblica.